Il Progetto TERRAGIR 2 “Promozione del territorio per la competitività e l'innovazione nello spazio rurale transfrontaliero”. Il progetto fa parte del più ampio Programma comunitario di cooperazione transfrontaliera MARITTIMO IT-FR.

Obiettivo generale del Progetto
Favorire la cooperazione tra piccole imprese, tra queste ed altre imprese in ambito territoriale, attraverso la realizzazione (anche virtuale) e messa in rete di luoghi fisici (denominati VETRINE) adibiti alla realizzazioni di servizi e supporti per la promozione, valorizzazione commercializzazione dei prodotti agroalimentari di qualità.

Partners
Regione Liguria (Capofila), ODARC- Corsica, Province di Grosseto, Livorno, Pisa, Lucca e Massa Carrara e Provincia di Nuoro.

Durata
24 mesi a partire da maggio 2013

In particolare la proposta di TERRAGIR 2 si concentra sulla realizzazione e messa in rete delle VETRINE ossia di punti fisici/virtuali nei quali le aziende agroalimentari territoriali si organizzano per informare, illustrare, presentare, degustare, promuovere e commercializzare le produzioni di qualità in combinazione alle offerte ed ai servizi del territorio rurale dal quale provengono. Oltre alle Vetrine il Progetto propone azioni diversificate tra i partner ma finalizzate ad irrobustire i sistemi esistenti attraverso il miglioramento della conoscenza e la sua canalizzazione attraverso strumenti di diffusione informativa HT (mobile e Internet), il supposto alla logistica… Il progetto propone anche la realizzazione di un vero e proprio contenitore di azioni finalizzate alla Comunicazione/Informazione/Immagine della Rete Vetrine Marittine (NETWORK VETRINE).

Approfondisci sul blog dedicato al progetto.

Il convegno regionale "Lo sviluppo rurale tra mare e montagna" si è tenuto il 13 giugno 2013 nel Complesso monumentale di Santa Caterina di Finalborgo, Finale Ligure (Savona). Proseguendo il percorso avviato con la Conferenza regionale dell'agricoltura a settembre 2012 e traendo spunto dalla recente presentazione del rapporto annuale di esecuzione e dai dati relativi all'avanzamento fisico e finanziario del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 (PSR), l'assessore regionale all'Agricoltura Giovanni Barbagallo e l'Autorità di Gestione hanno inteso stimolare la discussione su quanto è stato sin qui fatto per il comparto produttivo ligure, per il territorio, l'ambiente e la popolazione residente nella aree rurali. Le risultanze del convegno costituiranno un prezioso contributo alla redazione del nuovo PSR per il periodo 2014-2020.

I gruppi di discussione

  • Innovazione, competitività e organizzazione filiera floricola: con il nuovo PSR si potranno infatti finanziare solo progetti legati all'innovazione in agricoltura, mentre per gli altri temi si dovrà ricorrere ad altre risorse finanziarie. Il PSR può sostenere l'innovazione tramite la costituzione e la gestione di gruppi operativi che fanno capo al PEI (partenariato europeo per l'innovazione), il finanziamento per investimenti innovativi (cui spetta un 20% aggiuntivo)
  • Ecosistemi, cambiamenti climatici, uso efficiente delle risorse: occorre agire in modo coerente e integrato con un'ampia gamma di strategie per assicurare l'integrità ambientale, il mantenimento del riscaldamento medio globale al di sotto dei 2 C° e la gestione dell'adattamento degli ecosistemi e della società ai cambiamenti climatici. L'adeguata valorizzazione delle misure agro-climatico-ambientali nella futura programmazione ricoprirà un ruolo fondamentale per il conseguimento degli obiettivi di Europa 2020
  • Organizzazione filiere agroalimentari, sviluppo delle zone rurali: lo sviluppo delle filiere locali può costituire nel periodo 2014-2020, un forte traino per la crescita e la valorizzazione delle zone rurali sia direttamente che attraverso la creazione dell'indotto produttivo e occupazionale
  • Inclusione sociale: dare un'opportunità di occupazione nel settore agricolo a persone o gruppi di persone con difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro, con tutto ciò che ne consegue (formazione, consulenza, sostegno agli investimenti) e offrire servizi ai cittadini residenti nelle zone rurali tramite interventi pubblici diretti o attraverso azioni volte alla diversificazione delle attività agricole, possono rappresentare due degli obiettivi ipotizzabili per il PSR 2014-2020. La sessione dedicata ha visto la partecipazione di un gruppo di 20 persone, di diversa estrazione professionale, che ha discusso su quelli che sono stati individuati come sub-temi importanti. I Format istant report in allegato rappresentano la sintesi di ogni specifica tematica. A conclusione si è proceduto alla predisposizione di un classico diagramma SWOT: forze (strengths), debolezze (weaknesses), opportunità (opportunities) e minacce (threats).
  • Semplificazione e governance: lo sforzo di semplificazione e armonizzazione delle regole implica l'adozione di disposizioni comuni a tutti i fondi UE per armonizzare le regole di finanziamento, gestione e controllo da un lato e un significativo passo avanti da parte della PA nella direzione della semplificazione dei propri procedimenti amministrativi che dovranno essere in linea con le recenti disposizioni nazionali.

Dal 29 al 31 gennaio 2013, nello spazio aperto della Regione Liguria in piazza De Ferrari, una riflessione su quanto realizzato nel periodo 2007-2013 e prime informazioni sulle potenzialità del futuro PSR.

Il seminario si è articolato in tre giorni, il primo dei quali dedicato al PSR nel suo complesso, mentre nei due successivi, si sono trattati argomenti più specifici con approfondimenti su foreste, sviluppo economico delle zone rurali, innovazione, inclusione sociale e approccio Leader.

Le registrazioni video degli incontri sono disponibili nella playlist Agricoltura del canale regionale di Youtube.

Prima Conferenza regionale dell'Agricoltura: numerosi spunti di riflessione e importanti suggerimenti. Ci siamo chiesti nei mesi scorsi, nel mezzo della grave crisi economica e sociale che sta investendo il nostro paese, se l'agricoltura fosse uno degli argomenti da mettere in evidenza nell'agenda della Regione Liguria, come una delle possibili risposte: la risposta è stata immediata e affermativa. L'agricoltura incarna ancora lo spirito fiero e tenace della nostra comunità che nel proprio territorio, identifica la sua storia ed il suo futuro. Così Giovanni Barbagallo, Assessore regionale all'Agricoltura, ha presentato la Conferenza regionale dell'Agricoltura, prima nel suo genere ad essere organizzata in Liguria.

L'evento, tenutosi a Genova il 21 e 22 settembre, ha rappresentato un'importante occasione per approfondire l'analisi e le prospettive di un comparto produttivo di eccellenza che conta oltre 15 mila imprese. Una realtà economica e sociale che sa coniugare alla tutela dell'ambiente i bisogni della società: dalla didattica, all'educazione alimentare, alla ricettività turistica, alla difesa della salute e alla salvaguardia del territorio.
La Conferenza, è stata realizzata curando con particolare attenzione il coinvolgimento delle diverse componenti regionali, le rappresentanze delle Istituzioni, delle Organizzazioni professionali di settore e delle altre parti economiche e sociali che con l'agricoltura hanno contatti e rapporti.

"In fase di preparazione della Conferenza, sono stati costituiti sette gruppi di lavoro al fine di analizzare le esigenze in base alle diverse peculiarità territoriali locali - prosegue Barbagallo - e vorrei a tal proposito cogliere l'occasione di ringraziare tutti i componenti sia esterni che i funzionari regionali, per l'ottimo lavoro svolto". I risultati conclusivi dei tavoli tecnici sull'evoluzione del comparto e le prospettive di rinnovamento del quadro normativo di settore, sono stati illustrati nella due giorni che ha portato nel centro della Superba il mondo agricolo ligure. Tra gli argomenti trattati la semplificazione amministrativa, l'accesso al credito, l'insediamento dei giovani, la ricerca e l'innovazione di prodotto, la multifunzionalità delle imprese, la filiera energetica del bosco, la governance del territorio e lo sviluppo rurale.
Relativamente a quest'ultimo aspetto, il Programma di Sviluppo Rurale ha dimostrato nel periodo 2000-2006 e sta dimostrando tuttora di essere un valido strumento a sostegno della competitività del settore agricolo, forestale e delle aree rurali, contribuendo al raggiungimento di obiettivi economici, sociali e ambientali su tutto il territorio europeo. Per quanto riguarda il periodo di programmazione post-2013, sulla base dei documenti di lavoro della Commissione europea sul futuro della politica agricola comune, emerge l'intenzione di confermare tali obiettivi, ponendo coerentemente al centro del modello d'intervento i temi dell'innovazione, dell'ambiente e del cambiamento climatico, in linea con la Strategia EU 2020.
È da segnalare anche l'attenzione rivolta anche su altre priorità, come l'esigenza di uno stretto rapporto tra interventi ambientali e peculiarità del paesaggio rurale, il miglioramento dell'attrattività delle zone rurali, le specificità della montagna, delle foreste e delle aree più deboli, la valorizzazione del ruolo dell'agricoltura nel favorire l'inclusione sociale, le relazioni tra aree rurali e centri urbani, la qualità della vita, il ricambio generazionale, il contrasto all'abbandono delle aree rurali.

Sulla base di questi presupposti, se da un lato è facile immaginare la possibile riconferma del pacchetto di azioni attualmente previste (opportunamente integrato dalle nuove sfide introdotte in attuazione del regolamento (CE) 74/2009), è tuttavia altrettanto ipotizzabile ed auspicabile una revisione delle misure d'intervento e una semplificazione programmatoria al fine di armonizzare le regole di funzionamento del Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (FEASR) e del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) con quelle degli altri Fondi Strutturali, nonché la definizione di linee guida comuni circa la struttura dei documenti di attuazione e l'ammissibilità delle spese.

In concomitanza con la Conferenza regionale dell'Agricoltura, si è svolta al Porto antico Agricoltura in Piazza, tre giorni dedicati alla riscoperta delle produzioni tipiche della tradizione ligure, con laboratori e degustazioni proposte dai numerosi stand presenti.
A fare da corollario alle due manifestazioni, alla Loggia di Piazza Banchi, Tra terra e mare, una mostra sui Progetti europei riguardanti l'agricoltura, la pesca, il bosco e l'entroterra, organizzata dall'Assessorato all'Agricoltura della Regione Liguria. Con l'ausilio di materiale grafico e multimediale, sono state illustrate ai cittadini le iniziative portate avanti dalla Regione a favore del comparto agricolo e del territorio rurale ligure.

In corso di pubblicazione gli atti della conferenza.

 

Il PSR 2014/2020 riserva un’attenzione particolare al monitoraggio ambientale. La base di partenza è il Piano di monitoraggio previsto nel rapporto redatto in sede di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del programma.
Il piano è costituito da un pacchetto di indicatori di rilevanza ambientale (di contesto, di prodotto, di target, di risultato e di impatto) e da un calendario relativo alla produzione di report di monitoraggio.
Il set sarà integrato, laddove ritenuto opportuno, da altri indicatori ad hoc specifici per la realtà ligure. Gli indicatori aggiuntivi saranno funzionali al monitoraggio di ulteriori effetti ambientali positivi derivanti dall’attuazione del programma (non quantificabili in base al solo utilizzo degli indicatori obbligatori.

In questa sezione è possibile consultare e scaricare la documentazione prodotta.

La flavescenza dorata è uno dei nemici più potenti per la vite. In tutte le aree a rischio individuate dal servizio fitosanitario regionale si devono estirpare le piante che ne presentano i sintomi. Per l'attuazione degli interventi strutturali e di prevenzione la Regione stanzia annualmente dei contributi. Nel 2008 la delibera n.223 ha approvato il "Piano regionale di lotta contro la flavescenza dorata" con il quale sono stati introdotti nuovi criteri e modalità di concessione di tali finanziamenti che hanno ottimizzato l'iter procedurale e aumentato il valore dei premi, adeguandolo al costo della vita.

I contributi sono concessi ai proprietari e ai conduttori, singoli o associati, d'unità vitate con sintomi o danni riferibili a Flavescenza dorata che rientrano negli ambiti territoriali definiti del servizio fitosanitario regionale come Zone focolaio e Zone di Insediamento (vedi Decreto del Dirigente n.159/2004). L'entità del contributo è del 60% della spesa ammessa e calcolata sulla base dei parametri previsti dal prezzario regionale.

Le domande, corredate della documentazione richiesta e dalla modulistica specifica, devono essere presentate a mano o inviate tramite raccomandata al Servizio coordinamento ispettorati agrari competente per provincia. Gli interessati possono presentare un'unica istanza riferibile alla richiesta di autorizzazione al rimpiazzo e/o espianto e/o reimpianto e contestuale richiesta di contributo per la lotta contro la Flavescenza dorata. Le domande si possono presentare tutto l'anno secondo la modalità definita "a sportello".

I produttori vitivinicoli annualmente devono dichiarare i quantitativi dei prodotti dell'ultima campagna vendemmiale con riferimento alla data del 30 novembre. Le dichiarazioni di vendemmia e di produzione di vino e/o mosto sono previste dagli art. 185 ter del Reg. CE n. 491/2009 del Consiglio e dagli artt. 8 e 9 del Reg. CE n. 436/2009 della Commissione del 26 maggio 2009; altresì, l’art. 17 del D.M. 16 dicembre 2010 stabilisce che la rivendicazione delle produzioni DO e IG, sulla base dei dati dello schedario viticolo, siano presentate contestualmente a tali dichiarazioni.

Dichiarazione di vendemmia e rivendicazione delle produzioni DO e IG
Sono tenuti a presentare la dichiarazione di vendemmia tutte le persone fisiche o giuridiche o gli Organismi Associativi di dette persone che producono uve da vino come indicato dall’art. 8 del Regolamento (CE) della Commissione n. 436/2009 del 26 maggio 2009. I conduttori dei vigneti che sono stati ritenuti idonei alle produzioni DO, ai sensi dell’art. 16 del D.M. del 16 dicembre 2010, effettuano contestuale rivendicazione delle uve DO e IG avvalendosi della modulistica della dichiarazione di vendemmia.
Sono tenuti alla presentazione della dichiarazione di vendemmia anche i produttori di uve a duplice attitudine, destinate alla vinificazione e/o alla trasformazione in mosto per succhi nei limiti del Decreto Ministeriale del 19 dicembre 2000.
Inoltre, sono obbligati alla dichiarazione i produttori di uve da mensa destinate alla trasformazione in mosto per succhi. Si precisa che la dichiarazione deve essere presentata anche se la produzione di uva nella campagna interessata sia stata uguale a zero. Sono tenuti alla presentazione della dichiarazione di vendemmia anche i conduttori di vigneti che abbiano effettuato la “vendita su pianta” delle uve. In questo caso, come se avesse proceduto alla vendemmia, il conduttore presenta normale dichiarazione di vendemmia e inserisce l’acquirente delle uve nell’elenco acquirenti (allegato A2).

Sono esonerati dall'obbligo della presentazione della dichiarazione di vendemmia:

  • le persone fisiche o giuridiche o gli Organismi Associativi di dette persone la cui produzione di uve è interamente destinata ad essere consumata come tale, ad essere essiccata o ad essere trasformata direttamente in succo di uva da parte del produttore oppure da parte di una industria di trasformazione specializzata;
  • I produttori le cui aziende comprendono meno di 0,1 ettari di vigneto e il cui raccolto non è stato né sarà, neppure in parte, immesso in commercio in qualsiasi forma;
  • i produttori che consegnano la totalità della propria produzione ad un Organismo Associativo; in ogni caso, tali soggetti sono tenuti alla compilazione dell'allegato F2, secondo i criteri e le modalità di seguito descritte.

Dichiarazione di produzione vinicola
Sono obbligati a presentare la dichiarazione di produzione vino e/o mosto tutte le persone fisiche o giuridiche o gli Organismi Associativi di dette persone, incluse le cantine cooperative di vinificazione, che, come indicato dall’art. 9 del Regolamento (CE) della Commissione n. 436/2009 del 26 maggio 2009, nell'ambito della campagna in corso:
- hanno prodotto vino;
- detengono, con riferimento alle ore 00:01 del giorno 30 novembre, prodotti diversi dal vino (mosti concentrati e/o concentrati rettificati ottenuti nella campagna in corso), uve, mosti, vini nuovi ancora in fermentazione anche se destinati ad utilizzazioni diverse quali i succhi d'uva, acetifici, ecc.;
- hanno proceduto all' acquisto e/o trasformazione di prodotti a monte del vino e li hanno ceduti totalmente prima delle ore 00:01 del giorno 30 novembre.

La presentazione delle dichiarazioni può essere fatta presso il CAA, Centro di Assistenza Agricola, al quale sia stato conferito mandato per la costituzione/aggiornamento del proprio fascicolo aziendale.
Gli “utenti qualificati”, ossia gli operatori vitivinicoli che hanno presentato la dichiarazione di raccolta uve e produzione vino nella precedente campagna e che sono in possesso della CNS (Carta Nazionale dei Servizi), hanno la possibilità di accedere al portale SIAN e di compilare direttamente la propria dichiarazione.

La delibera di Giunta regionale n.1184 del 26 settembre 2014 consente, per la campagna vitivinicola 2014/2015, di aumentare il titolo alcolometrico volumico naturale di mosti e vini ottenuti da uve raccolte nelle aree viticole della Regione Liguria atte a dare vini da tavola, vini IGP (Colline Savonesi, Colline del Genovesato, Liguria di Levante, Terrazze dell’Imperiese), vini spumanti, vini DOP (Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà, Colli di Luni, Colline di Levanto, Golfo del Tigullio- Portofino o Portofino, Riviera Ligure di Ponente, Val Polcevera, Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua, Ormeasco o Ormeasco di Pornassio) per tutte le tipologie, sottozone e menzioni geografiche aggiuntive previste dagli specifici disciplinari di produzione.

Le operazioni di arricchimento sono consentite per tutte le varietà di vite atte a produrre vino, idonee alla coltivazione in Regione Liguria, e debbono essere effettuate secondo precise modalità definite dai regolamenti comunitari e nel limite massimo dell'1,5%.

Nel corso degli ultimi anni l'agricoltura, nella ricerca di un rinnovamento promosso dai suoi stessi valori, ha identificato nella propria funzione sociale una delle strategie da perseguire. Il contesto particolare offerto dall'agricoltura si è sempre dimostrato efficace non solo per offrire forme di lavoro a diversa intensità di impegno ma anche per "includere socialmente"  in modo efficace e sostenibile le persone, in particolare se affette da disagio.

L'Agricoltura sociale si basa pertanto sull'interazione diretta tra il mondo agricolo e quello del cosiddetto del "terzo settore" coinvolgendo insieme sia il settore privato che quello pubblico a tutti i possibili livelli territoriali. Se è ormai universalmente condivisa l'idea che il recupero e la salvaguardia di un territorio deve coinvolgere il tessuto socio-economico della popolazione che vi risiede, l'Agricoltura sociale vuole ulteriormente sviluppare tutte le possibili forme di sinergia, coniugando impresa e lavoro con i servizi (socio-sanitari) innovativi diffusi sul territorio.

In questa sezione troviamo varia documentazione dedicata al tema tra cui:

  • Agricoltura sociale: Le azioni di animazione del territorio: questo volume della collana Quaderni di Agricoltura raccoglie in un rapporto finale molte delle esperienze realizzate durante i processi di animazione territoriale organizzati dalla Regione Liguria per esplorare preventivamente il tema attraverso un ampio coinvolgimento territoriale. La pubblicazione scaricabile qui di seguito riporta le fasi più importanti di questo processo, descrivendo i contenuti essenziali dei vari incontri, degli strumenti e delle modalità di coinvolgimento e informazione tra i diversi soggetti che a questo tema si sono avvicinati con grande interesse
  • Legge regionale n. 36/2013: la legge, tra le più innovative a livello nazionale, è stata approvata a tempi di record dal Consiglio regionale
  • Presentazione Agricoltura sociale in Liguria: questa presentazione, realizzata in occasione di un incontro sul tema ad Albenga nel 2014, consente di apprezzare la strategia messa in atto dalla Regione Liguria in materia di Agricoltura sociale
  • Linee Guida: recentemente approvate dalla Giunta regionale, completano il quadro normante della Agricoltura sociale in Liguria. Fin dai primi mesi del 2015 verranno messe in atto le procedure per riconoscere le nuove aziende agricole sociali nella nostra regione.

Tra le iniziative previste e documentate sul nostro sito: la predisposizione, divulgazione e messa in linea del sistema informatizzato per le diverse procedure di iscrizione "on line" da parte degli interessati, l'attivazione del registro regionale delle aziende agricole sociali, l'attivazione di progetti e programmi, l'avvio del PSR 2014-2020 e delle misure specificatamente dedicate alla Agricoltura sociale.

Presentazione " STRUTTURAZIONE DELLA MISURA, CONCETTI CHIAVE E PRIMO APPROCCIO ALLA PROGETTAZIONE" divulgata in occasione degli incontri dedicati 

Al fine di facilitare l’accesso alle richiesta credenziali per accedere al Registro regionale aziende agricole sociali bisogna accedere al link è: http://agricolturasoc-spid.regione.liguria.it/

Le aziende devono utilizzare il proprio SPID per accedere e avranno automaticamente accesso all'Homepage del Registro Regionale Agricoltura Sociale (RRAS).

Per assistenza:
andrea.guardavilla@regione.liguria.it
- marialaura.maricanola@regione.liguria.it 


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