In Liguria gli apicoltori che hanno fatto denuncia nel 2012 sono 1274 e gli alveari denunciati nel 2012 sono 25290.

Gli apicoltori vengono classificati, dalla legge n.313/2004, in tre categorie:

  1. apicoltore: tutti coloro che detengono e conducono alveari. E' la categoria più numerosa in Liguria (circa l'80%) ed è rappresentata da apicoltori che detengono e conducono un piccolo numero di alveari senza precisi intenti economici se non di ottenere una produzione destinata all'uso familiare o all'ambito contiguo e sicuramente svolgono un ruolo importante nella tutela e diffusione dell'apicoltura sul territorio, contribuendo al mantenimento della biodiversità e del ruolo dell'ape come impollinatore naturale.
  2. imprenditore apistico: chiunque detiene e conduce alveari ai sensi dell'art. 2135 del codice civile. E' rappresentato da una categoria variegata di operatori che esplicano l'attività apistica a fine economico, in integrazione ad altre attività agricole o comunque per integrare il proprio reddito. Si stima possano appartenere a questa categoria circa il 19% degli apicoltori liguri.
  3. apicoltore professionista: chiunque detiene e conduce alveari ai sensi dell'art. 2135 del codice civile e a titolo principale. Gli apicoltori professionisti sono una ristretta minoranza (poco più dell'1%); un'azienda professionale gestisce generalmente un numero di almeno 200-300 alveari/addetto, e il livello tecnologico della dotazione strutturale e degli impianti è generalmente avanzato.

Le associazioni apistiche liguri sono:
ALPA Liguria - Associazione ligure produttori apistici,
via Famagosta n.9/5, 17100 Savona, alpa.apic@hotmail.it,
tel. 019.824653, www.alpamiele.it
APILIGURIA - Associazione apicoltori delle 4 province liguri,
via XXV aprile 4/12, 16123 Genova, apiligurialaspezia@gmail.com,
tel. 0187.737604, 328.0751294.

La Giunta regionale con la delibera n.177 del 22 febbraio 2013 ha approvato la propria proposta di interventi volti a migliorare le condizioni di produzione dell'allevamento apistico e quelli di commercializzazione del miele e degli altri prodotti dell'alveare per il triennio 2014-2016.

Il miele viene prodotto dalle api partendo o dal nettare dei fiori o dalla melata che si trova principalmente sulle foglie delle piante.
La produzione del miele di nettare segue il periodo delle fioriture, terminando quindi ad agosto. Le api bottinatrici raccolgono il nettare nella sacca mellifera dopo averlo diluito con la saliva ghiandolare. Con passaggi da un'ape all'altra (trofallassi) lo arricchiscono di enzimi, trasformandolo in miele. Questo viene "asciugato" dalle api ventilatrici per rimuoverne l'eccessiva umidità e immagazzinato nelle celle esagonali del favo, ciascuna chiusa con un opercolo di cera prodotto dalle api ceraiole.
Il miele di melata deriva, invece, dalla linfa delle piante rielaborata da insetti parassiti come afidi e cocciniglie. La melata attira le api come il polline, perché molto zuccherina. La produzione del miele di melata avviene dopo le fioriture estive.

In Liguria i mieli prodotti più comunemente sono il miele millefiori oltre agli unifloreali di acacia, castagno, erica, melata e tiglio.

Tipo Colore Sapore Odore Caratteristiche Consistenza Proprietà
Acacia colore chiaro, trasparente dolce e delicato, vanigliato tenue e floreale molto ricco in fruttosio liquida non altera il sapore dei cibi con cui viene abbinato
Castagno scuro, da ambrato a quasi nero intenso che tende all'amaro forte e pungente molto ricco in principi minerali e di polline fluida, ma corposa ottimo ricostituente
Erica arborea ambrato con tonalità arancioni intenso e persistente, d'anice caramellato miele primaverile, tipico di pochissime zone del levante pastosa diuretico e antireumatico
Melata scuro, con tonalità dal rossastro all'ebano poco dolce, a volte leggermente salato vegetale ricchissima di sali minerali vischiosa antibatterico e antisettico
Millefiori dal chiaro all'ambrato forte e aromatico tenue e floreale ricco di principi minerali dal fluido al corposo decongestionante delle vie respiratorie
Tiglio dall'ambra giallognolo allo scuro rossastro balsamico, con leggero retrogusto profumo assai pronunciato, mentolato ricco di sostanze zuccherine pastosa consigliato contro emicranie e nervosismo

Nell'alveare non si produce solo il miele ma numerosi altri prodotti utili all'uomo:

La propoli

E' una miscela resinosa che le api raccolgono sulle gemme di alcune piante e modificano con secrezioni salivari e cera.
Il suo nome deriva dal greco pro polis "davanti alla città", probabilmente legato al fatto che questa sostanza viene messa dalle api all'ingresso dell'alveare come protezione da insetti e corpi estranei. Serve per chiudere interstizi e fessure delle arnie o per imbalsamare piccoli predatori entrati nell'alveare ed uccisi, ma troppo grossi per essere espulsi.
E' una sostanza balsamica, composta da olii essenziali, resine, cere, polline, sali minerali, zuccheri e vitamine. Al gusto è cerosa e pizzicante, il colore varia dal giallo al bruno scuro.
Può essere consumata al naturale come pasta o granuli da masticare oppure diluita in alcool.
La propoli ha molteplici usi: come antibiotico per le patologie del cavo orale, per uso esterno come disinfettante e cicatrizzante, in campo tecnologico come base per vernici, per uso agronomico come antimicotico e antiparassitario.

La pappa reale

Detta anche gelatina reale, è un prodotto eccezionale per le sue caratteristiche nutrizionali.
Viene prodotta, partendo dal polline, dalle ghiandole sopracerebrali delle giovani operaie per nutrire tutta la covata fino al terzo giorno di vita. Successivamente viene riservata solo alle larve che dovranno evolversi a regina, mentre le altre riceveranno una mescolanza di miele e polline.
Ha una consistenza gelatinosa, un sapore acidulo e un colore biancastro.
E' ricchissima di proteine altamente digeribili, di zuccheri (fruttosio e saccarosio) e di grassi aventi attività antibatteriche, enzimi, vitamine, sali minerali, ormoni, antibiotici e fattori di crescita.
Essendo un naturale integratore alimentare è indicata nei casi di stanchezza psico-fisica e depressione, specialmente per i bambini e le persone anziane. Viene impiegata anche in cosmesi come base di creme.
La pappa reale può essere assunta al naturale, liofilizzata o mescolata ad altre sostanze, come il miele. Si conserva al riparo dalla luce e in frigorifero. 

Il polline

Costituisce un'altra componente essenziale nell'alimentazione delle api operaie e della covata. Raccolto sui fiori dalle bottinatrici non viene mai mescolato al miele, ma raccolto in altre cellette e arricchito con nettare e saliva.
L'apicoltore lo preleva mediante apposite trappole che obbligano l'ape che rientra nell'alveare a transitare in piccole aperture nelle quali il polline si distacca cadendo in un contenitore sottostante.
Il polline si presenta sotto forma di granelli di varia colorazione secondo l'origine botanica.
E' un alimento ricco di proteine, vitamine, sali minerali enzimi che gli conferiscono proprietà tonificanti e stimolanti. E' indicato per ovviare alle carenze nutrizionali in gravidanza, durante l'allattamento, in periodi di stress da prolungato lavoro.
Si assume preferibilmente al mattino, masticandolo con cura. Può essere aggiunto anche ai piatti a base di verdura. Si conserva in vetro a circa 14° gradi.

La cera

E' il prodotto della secrezione delle ghiandole ceripare delle api. La cera fuoriesce dagli spazi tra gli anelli dell'addome delle ceraiole sotto forma liquida poi a contatto con l'aria si solidifica sotto forma di scaglie che l'ape prende con le mandibole, arricchisce di polline e propoli e modella per costruire i favi.
La cera appena secreta è bianca, ingiallisce per la presenza del polline e nel giro di qualche anno diventa molto scura. Per la sua produzione le api devono nutrirsi di un'abbondante dose di miele: dai cinque ai dieci chili per ogni chilo di cera prodotta.
La cera si usa in diversi campi, dalla produzione di candele al campo industriale. Ma possiede anche virtù insospettate: quella pura di favo viene masticata dagli apicoltori esperti contro le affezioni polmonari croniche.

Il miele contiene: 18% di acqua, 35% di glucosio, 40% di fruttosio, sali minerali tra cui potassio, calcio e fosforo, proteine ed amminoacidi, vitamine, ormoni ed enzimi. È un alimento igienicamente sicuro poiché contiene sostanze ad azione antibiotica e la sua alta concentrazione zuccherina lo rende pressoché sterile. Ha un alto contenuto calorico, 320 calorie all'etto, quindi un elevato potere energetico.
Il miele ha numerosissime proprietà: la tradizione popolare ne fa largo uso come decongestionante delle vie aeree o cosparso sulle piccole lesioni della pelle per agevolarne la cicatrizzazione.

Classificazione
I mieli sono differenziati in base alla diversa origine botanica. Sono considerati uniflorali o monoflora i mieli che hanno almeno il 45% di polline di un'unica specie botanica sul totale del complesso pollinico. Sono considerati multiflorali o millefiori quelli in cui una specie pollinica non prevale nettamente sulle altre.


Conservazione
Tutti i tipi di mieli vengono estratti liquidi dai favi, però tendono a cristallizzare rapidamente quanto maggiore è il loro contenuto di glucosio. Una temperatura di conservazione al di sopra dei 25°C e sotto i 5 °C inibisce questo processo di consolidamento che comunque non altera le caratteristiche del prodotto. Il miele è sensibile al calore, alla luce e all'umidità. È meglio consumarlo entro l'anno di produzione (dichiarato sull'etichetta) perché col passare del tempo perde le sue proprietà nutrizionali.


Certificazione
Per certificare la qualità del prodotto e garantire il consumatore si fa ricorso alle denominazioni d'origine. In alcuni casi queste sono protette a livello europeo (DOP, Denominazione di Origine Protetta o IGP, Indicazione Geografica Protetta), molto più spesso il loro uso è regolato dalle associazioni locali di produttori, che stabiliscono regole per l'uso di marchi collettivi. Il metodo utilizzato dalle associazioni e dagli enti di ricerca scientifica per caratterizzare e valorizzare il miele italiano di qualità è "l'analisi sensoriale del miele". Il primo corso italiano di questa tecnica si è tenuto nel 1979 a Finale Ligure presso la Cooperativa Apiriviera.
Il miele biologico garantisce particolare attenzione alla salubrità del prodotto, dell'ambiente e delle api, rispettando un rigoroso disciplinare che ne permette la denominazione "da agricoltura biologica".
L'indicazione "miele vergine integrale" indica invece che esso non ha mai subito riscaldamenti a temperatura superiore a 40° C, oltre a possedere tutte le caratteristiche di non artificialità. Oggi questa dicitura è vietata dalla normativa vigente, in attesa che venga attribuita una "attestazione di specificità".

Agricoltura biologica o convenzionale, varietà tradizionali o organismi geneticamente modificati, prodotti tipici o industriali? La qualità dei cibi che mangiamo suscita un sempre più crescente interesse.

Fare chiarezza su questi argomenti è uno degli scopi dell'educazione alimentare che interessa vari settori istituzionali e privati.
L'agricoltura è direttamente coinvolta nella divulgazione di informazioni in quanto fornitrice delle materie prime utilizzate nella dieta alimentare. L'attenzione è rivolta soprattutto ai giovani per avvicinarli al mondo agricolo e a quell'universo di conoscenze, tradizioni e sapori che soprattutto nelle grandi città si rischia di perdere.

Da anni la Regione Liguria s'impegna in iniziative per promuovere una sempre maggiore consapevolezza alimentare, attraverso azioni programmate che coinvolgono il mondo della scuola.
Per raggiungere obiettivi come la diffusione di comportamenti nutrizionali corretti e consapevoli, la valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità è fondamentale, infatti, il coinvolgimento e la partecipazione attiva di bambini e ragazzi.
In questa ottica, la Regione Liguria si rivolge agli insegnanti per promuovere e sviluppare insieme questi propositi e divulgarne i valori: il rispetto per la natura, per il lavoro dell'uomo, per le tradizioni e le identità regionali legate ai prodotti tipici della nostra terra.
Il materiale didattico messo a disposizione in questa sezione è stato realizzato per avvicinare i docenti alle iniziative regionali e per facilitarne il lavoro, nella speranza che possa essere utile ed apprezzato.

Il materiale ludico-didattico del progetto Una montagna di buone Regioni può essere scaricato e stampato in formato .pdf è composto da: un quaderno per i bambini (venti pagine più due pagine di copertina, un gioco per la classe da stampare in sezioni per ottenere una plancia gioco di cm.50x70 più una pagina di domande e risposte.

L'acquirente effettua ogni mese almeno due prelievi sul latte consegnato da ciascun produttore, per il calcolo del tenore di grassi.

Per le aziende di montagna e per le aziende con un quantitativo di riferimento individuale (QRI) inferiore a Kg. 60.000, l'acquirente può fare un solo prelievo al mese sul latte consegnato da ciascun produttore.

Le analisi devono essere effettuate nei laboratori indicati dalla Regione o che operano secondo criteri standard definiti.

L'acquirente ha l'obbligo di conservare le analisi unitamente a tutta la documentazione contabile.

L'acquirente ha l'obbligo di redigere e trasmettere le dichiarazioni mensili e annuali.
Il riepilogo dei termini per i vari adempimenti si può consultare nella pagina "agenda scadenze".

Dichiarazione mensile
Gli acquirenti inviano entro l'ultimo giorno di ogni mese una dichiarazione riepilogativa dei quantitativi consegnati da ciascun produttore relativi al mese precedente.
L'inoltro deve essere effettuato attraverso il SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), utilizzando lo specifico modulo, anche nel caso in cui la ditta non abbia ritirato il latte.

Dichiarazione annuale
La trasmissione della dichiarazione annuale di consegna deve essere effettuata entro il 15 maggio dall'acquirente attraverso il SIAN.
Tale dichiarazione non è obbligatoria per chi ha inviato nei tempi e nei modi corretti tutte le dichiarazioni mensili.

L'acquirente, entro il 31 maggio, trasmette alla Regione una dichiarazione, firmata dal rappresentante legale. La dichiarazione comprende anche gli allegati controfirmati da ciascun produttore conferente, il quale deve indicare sotto la propria responsabilità, il numero delle vacche da latte presenti in azienda nella campagna produttiva considerata.
Tale dichiarazione viene fatta utilizzando lo specifico modello predisposto da Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (www.agea.gov.it).

La contabilità viene tenuta attraverso la compilazione dei seguenti registri:

  1. registro dei conferenti
  2. registro "altri fornitori"
  3. registro di raccolta

Gli acquirenti sono tenuti all'obbligo della conservazione per almeno tre anni della documentazione contabile e di ogni altro tipo di documentazione che possa consentirne il controllo.
Importante risulta acquisire e conservare la documentazione che attesti la disponibilità della quota da parte del conferente. Per gli adempimenti degli acquirenti fanno fede i dati comunicati dalle regioni tramite il SIAN.


1. Registro dei conferenti

Entro il mese successivo a quello di riferimento gli acquirenti trasmettono alla Regione i dati aggiornati del registro "conferenti".
I dati contenuti nel registro vengono certificati dal Primo Acquirente mediante l'apposizione della firma elettronica.
Il registro conferenti deve contenere almeno le seguenti informazioni:

  • estremi identificativi del conferente e dell'azienda di produzione
  • elementi della comunicazione del quantitativo di riferimento individuale (QRI) inviata dalla Regione al produttore
  • quantitativo di riferimento individuale (QRI) e il tenore materia grassa di riferimento disponibile (TMGR)
  • quantitativo (QRI) e tenore materia grassa di periodo (TMGP) del latte consegnato mensilmente
  • quantitativo complessivo rettificato
  • quantitativo in esubero

Il registro viene messo a disposizione nel SIAN ed è attraverso il SIAN che deve essere fatto l'inoltro mensile alle Regioni, anche nel caso in cui la ditta Primo Acquirente non abbia ritirato latte dai conferenti.
Nel periodo transitorio, il registro può essere costituto dai fogli stampati su carta comune.
La rettifica dei dati del registro può essere fatta entro 20 giorni dall'invio, per esempio i dati del mese di settembre devono essere inviati entro la fine del mese di ottobre: la rettifica può essere fatta entro il 20 novembre.

Per i dati del mese di marzo l'inoltro si esegue entro il 30 aprile e l'eventuale rettifica entro il 14 maggio.


2. Registro "altri fornitori"

Il registro "altri fornitori" è costituito da fogli numerati e vidimati dall'Ufficio Coordinamento Funzioni Ispettive (U.C.F.I.) competente per territorio e che contenga almeno le seguenti informazioni:

  • estremi identificativi del fornitore
  • quantitativo di latte sfuso acquistato
  • quantitativo di prodotti lattiero-caseari acquistato

Al SIAN verranno registrati e trasmessi, con gli stessi termini e con le stesse modalità del registro mensile dei conferenti, solo i dati del registro fornitori relativi ai quantitativi di latte sfuso.
La stampa di tali quantitativi, su fogli numerati e vidimati dal competente Ufficio Coordinamento Funzioni Ispettive, soddisfa l'obbligo di tenuta del registro.

Il registro può pertanto risultare costituito da due sezioni: una relativa al latte sfuso e una relativa agli altri prodotti acquistati non da produttori.

3. Registro di raccolta ed elenco dei trasportatori

Il registro di raccolta è costituito da fogli numerati e vidimati dall'Ufficio Coordinamento Funzioni Ispettive competente per territorio. La Regione può autorizzare sistemi informatizzati di registrazione della raccolta che devono comunque garantire la possibilità di controllo dei quantitativi di latte trasportati.

Le disposizioni relative al registro di trasporto entrano in vigore dal 1 gennaio 2004.
Prima di questa data è quindi necessario che i primi acquirenti provvedano a far numerare e vidimare dalle amministrazioni provinciali competenti per territorio i documenti di trasporto.

Il trasportatore, durante la raccolta del latte, deve tenere un registro, in doppia copia, che contenga i seguenti elementi:

  • dati identificativi della ditta acquirente e del destinatario, se diverso
  • dati identificativi del trasportatore
  • targa dell'automezzo utilizzato per il trasporto

Per ogni singola consegna di latte devono essere riportati:

  • ora della consegna
  • dati identificativi del produttore
  • data del trasporto
  • quantitativo di latte ritirato
  • firma del produttore o di un suo delegato
  • firma del conducente del mezzo

Al termine della raccolta il registro deve essere sottoscritto dall'acquirente che ne trattiene una copia mentre l'altra rimane al trasportatore.
Prima dell'inizio di ogni campagna produttiva gli acquirenti devono comunicare alla regione l'elenco dei trasportatori, con l'indicazione degli eventuali centri di raccolta utilizzati.
Gli acquirenti devono inoltre comunicare le variazioni in corso di campagna prima che il trasportatore inizi ad operare.
La comunicazione viene fatta utilizzando il SIAN, indicando la targa dell'automezzo e l'autorizzazione sanitaria per le autocisterne.

Tale comunicazione deve essere fatta entro il 31 marzo.

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