Tra i compiti del Servizio fitosanitario regionale c'è il monitoraggio, il contrasto alla diffusione delle diverse avversità che colpiscono i vegetali in Liguria e l'applicazione delle leggi che riguardano la lotta obbligatoria ad alcune malattie delle piante.

Qui di seguito una tabella riassuntiva delle avversità più comuni che colpiscono gli oliveti in Liguria con le relative schede tecniche.

Consulta anche le pagine dedicate al corretto uso dei fitofarmaci, dove è possibile scaricare anche un approfondimento sul dimetoato.

Avversità Specie vegetali Lotta obbligatoria Carta della diffusione Carta della rete di monitoraggio
Cerambicide asiatico polifaga si no si
Cancro corticale olivo no no no
Disseccamento rapido olivo si no no
Occhio di pavone olivo no no no
Mosca dell'olivo olivo no no no
Xylella Fastidiosa polifaga no no si

L'acquacoltura è l'allevamento di organismi acquatici tra cui pesci, molluschi, crostacei e piante acquatiche e rappresenta un settore economico molto importante della produzione alimentare, fortemente sostenuto, anche economicamente, dall'Unione Europea.

L'acquacoltura, specie per orate, branzini e molluschi, fornisce prodotti apprezzati dai consumatori e rappresenta un'alternativa alla pesca, attività sempre più condizionata dalle misure restrittive imposte per salvaguardare la conservazione delle risorse.

Per quanto riguarda la produzione di pesce, la realtà ligure attualmente può contare su tre impianti off-shore, con gabbie galleggianti dislocate in mare aperto, in provincia della Spezia, Genova e Savona. Le aziende liguri hanno puntato sulla produzione di un prodotto di elevata qualità grazie all'utilizzo di mangimi certificati privi di organismi geneticamente modificati e di farine di animali terrestri e all'assenza di trattamenti disinfettanti e antibiotici. L'impiego di protocolli produttivi per garantire il benessere animale prevede, ad esempio, il mantenimento di basse densità di allevamento in gabbie di elevata volumetria e il prelievo con tecniche tali da ridurre lo stress del pesce.

Grande attenzione è riservata alla qualità dell'ambiente, la cui integrità è garanzia di qualità del prodotto allevato. Sono eseguiti continui controlli sui parametri chimico-fisici dell'acqua sia dai preposti organi istituzionali dall'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente ligure (Arpal) e ASL che dalle stesse aziende nell'ambito di procedure di autocontrollo o di certificazione.

La produzione di molluschi è concentrata in provincia della Spezia, dove la mitilicoltura ha origini antiche e ben radicate. Negli impianti sono impegnate tre cooperative, ognuna con compiti specifici relativi alla riproduzione, alla stabulazione del materiale allevato e alla commercializzazione. Le cooperative hanno circa centocinquanta soci. La produzione annua dell'impianto si aggira intorno alle tremila tonnellate.

Novità normative:

Nonostante la rapida crescita degli ultimi anni, l'acquacoltura incontra numerose difficoltà legate a un mercato alimentare sempre più competitivo, ai problemi tecnici e all'elevato rischio di produzione, alle lungaggini burocratiche per ottenere i previsti permessi e non ultimo a una lacunosa comunicazione con i consumatori e il pubblico.
Allo scopo di fare chiarezza su alcuni di questi aspetti, la Regione Liguria ha emanato nel 2006 un'apposita legge regionale (L.R. 21/2006) che disciplina l'attività di maricoltura e che prevede la redazione di direttive e criteri per l'esercizio dell'acquacoltura marittima. Queste ultime, approvate con D.G.R. 1415 del 30/11/2007, assolvono a molteplici funzioni:

  • rappresentano un utile strumento di riferimento per i Comuni e le Autorità Portuali nell'ambito dei progetti di riordino, razionalizzazione e ristrutturazione dei porti e degli approdi liguri
  • costituiscono un documento di riferimento per i potenziali soggetti interessati a realizzare nuove realtà produttive di acquacoltura in Liguria
  • rappresentano un utile strumento conoscitivo per il pubblico affinché possa venire a conoscenza delle realtà attualmente esistenti in Liguria, delle informazioni relative alla salubrità degli alimenti e alla tutela della salute pubblica, alle disposizioni relative alla tutela dell'ambiente e al benessere degli animali allevati e, più in generale, delle iniziative della Regione Liguria finalizzate alla disciplina e al controllo di questo specifico settore produttivo.

Come previsto dalla deliberazione della Giunta regionale n.59/2020, all'allegato 7 Carta degli impegni e della qualità, le fattorie didattiche sono tenute a compilare le schede di rilevamento sulle visite effettuate dalle scuole e da altri soggetti interessati presso le loro strutture.
A questo scopo sono state predisposte e semplificate le schede di rilevamento per l'anno scolastico 2023-2024

  • la scheda A e la scheda C, a cura della fattoria didattica, riepilogano le visite effettuate all'azienda dai diversi istituti scolastici o da altri gruppi
  • la scheda B è a cura dell'insegnante che ha accompagnato la classe in visita alla fattoria didattica. Pertanto il titolare della fattoria didattica alla fine della visita deve richiedere all'insegnante di compilarla on-line.

Le schede devono essere inviate entro il 30 giugno 2024. E' preferibile compilarle direttamente on-line, oppure si possono scaricare in formato .rtf e inviarle al seguente contatto:

  • via email
    Marialaura Maricanola
    marialaura.maricanola@regione.liguria.it
  • via posta ordinaria
    Settore Servizi alle Imprese agricole e florovivaismo - Regione Liguria
    via XXIV maggio 3
    19124 La Spezia (SP)
    alla cortese attenzione di Marialaura Maricanola

Per eventuali ulteriori informazioni è possibile contattare il Settore Servizi alle imprese agricole
telefono: 010 5484512
email: marialaura.maricanola@regione.liguria.it.

Link diretti alle schede compilabili online

Nell'ambito della programmazione quinquennale, la Regione ha deciso di adottare un metodo di analisi dei tipi forestali. Questo strumento permette una classificazione tipologica della vegetazione che si basa sulle caratteristiche delle singole specie contestualizzate nell'ambito del proprio ecosistema.

Le tipologie forestali rappresentano un mezzo operativo di inquadramento, che consente di fondare su presupposti ecologici e non solo fisionomici il governo del bosco: costituisce, quindi, un approccio funzionale e innovativo in grado di dare indicazioni sulla gestione appropriata dei boschi, tenuto conto delle diverse situazioni ambientali e dei servizi richiesti.

Per la definizione dei tipi forestali della Liguria, l'assessorato agricoltura e protezione civile ha finanziato uno studio, funzionale anche come cofinanziamento al progetto Interreg IIIC SUD Robinwood.
L'analisi, realizzata dall'Istituto piante da legno e ambiente (IPLA spa) di Torino e conclusa nei primi mesi del 2006, ha prodotto una serie di elaborati tecnici tra cui il manuale contenente descrizione delle categorie, chiavi analitiche di riconoscimento e schede descrittive dei singoli tipi forestali.

Le schede hanno i seguenti contenuti:

  1. descrizione del tipo, classificazione fitosociologica, localizzazione, variabilità e cartogramma di distribuzione
  2. caratteri stazionali, con diagramma edafico, diagramma esposizione/quota, morfogramma, possibili confusioni con altri tipi e note
  3. specie presenti, indicatrici e/o differenziali, aspetti fisionomici del bosco, rinnovazione
  4. posizione nel ciclo dinamico e tendenze evolutive, interventi antropici più frequenti, interventi da evitare, raccomandazioni per la biodiversità, assetto strutturale e indirizzi di intervento selvicolturali.

Per una migliore e più pratica divulgazione dei risultati dello studio, e favorirne pertanto l'applicazione, il Dipartimento Agricoltura, Protezione Civile e Turismo ha realizzato una specifica pubblicazione "I tipi forestali della Liguria" , distribuita agli enti pubblici e ai tecnici privati che hanno competenza in materia di gestione e pianificazione forestale o territoriale. Nello stesso tempo sono stati realizzati anche appositi seminari formativi. La pubblicazione (ERGA edizioni) è in vendita e disponibile a livello nazionale.

Con il decreto del Ministero della Salute dell’11 agosto 2014 l’Anagrafe apistica nazionale è diventata operativa. La giunta regionale, con delibera n.265 del 1 aprile 2016, ha stabilito che per quanto riguarda la denuncia obbligatoria di detenzione degli alveari, in capo ai proprietari o detentori di apiari di qualsiasi tipo, stanziali o nomadi, prevista dall'art.10 della L.R. n.36/1984, la stessa è assolta con l’adempimento degli obblighi previsti per la registrazione/aggiornamento della Banca Dati Apistica Nazionale.

In questo modo, l'apicoltore può effettuare l'iscrizione solo al registro nazionale, sollevandolo dal doppio aggravio burocratico che in precedenza prevedeva anche l'iscrizione al registro regionale. Non è pertanto più necessaria la denuncia alla Regione Liguria.

L'Anagrafe apistica nazionale non è altro che una banca dati dove saranno presenti tutti gli apicoltori, amatoriali o professionali, e tutti gli alveari allevati, come già avviene in molti altri comparti della zootecnia. Molti apicoltori italiani sono già abituati a comunicare i propri dati aziendali agli organi competenti, per cui cambierà poco, a partire dall'assegnazione del codice identificativo che è univoco, ovvero indipendente dalla collocazione dei diversi apiari.
Secondo quanto prevede il manuale operativo, gli apicoltori devono registrarsi nella Banca Dati Apistica BDA e fare tutte le operazioni previste dal manuale operativo, direttamente o con l'aiuto di alcuni soggetti da loro formalmente delegati per iscritto, ad esempio le associazioni degli apicoltori, e utilizzando soltanto documenti elettronici, che verranno firmati con la Carta Nazionale dei Servizi (CNS) ed inseriti direttamente nella Banca Dati Apistica Nazionale (BDA).

Con l’approvazione del Manuale operativo per la gestione dell'anagrafe apistica nazionale, vengono uniformate anche le caratteristiche del cartello identificativo che, quindi, diventa obbligatorio in ogni apiario e in ogni regione italiana. Questo dovrà riportare la scritta "Anagrafe apistica nazionale - decreto ministeriale 4 dicembre 2009 e, di seguito, il codice identificativo univoco dell'apicoltore. Deve inoltre essere di materiale resistente agli agenti atmosferici e non deteriorabile nel tempo, avere dimensioni minime equivalenti al formato A4 e con il colore del fondo bianco; i caratteri della scritta dovranno essere di colore nero e di altezza minima di 4 centimetri, stampati o scritti con inchiostro o vernice indelebile.

In sintesi gli adempimenti di un apicoltore sono:

  • comunicare l'inizio della propria attività;
  • registrare la consistenza dei propri apiari e la loro collocazione
  • aggiornare tra il 1° Novembre e il 31 Dicembre di ogni anno la consistenza e la collocazione dei propri alveari
  • comunicare l'eventuale cessazione o interruzione dell'attività
  • comunicare le informazioni relative alle movimentazioni di alveari, non solo a fini produttivi ma anche per la compravendita di alveari, sciami, nuclei, pacchi d'ape, regine.

Si informa infine che nella legge n.154 del 28 luglio 2016 all’art.34 sono state indicate le sanzioni previste per chi contravviene all’obbligo di denunzia della detenzione di alveari presso le ASL competenti e di conseguenza determina il mancato aggiornamento della Banca Dati dell’anagrafe apistica nazionale; la sanzione amministrativa pecuniaria va da 1.000 a 4.000 euro.

Per ulteriori informazioni sulle modalità di denuncia è possibile inviare una mail all'indirizzo apicoltura@regione.liguria.it.

Con DGR n.848/2007 la Giunta regionale ha approvato i criteri per l'attività di utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione e delle sanse umide dei frantoi oleari. Questo documento di sintesi è frutto del lavoro di un gruppo di esperti di vari dipartimenti regionali e di Arpal.
Le principali disposizioni riguardano:

  • la comunicazione preventiva di spandimento da presentare al Comune in cui sono ubicati i terreni, almeno trenta giorni prima (art. 3)
  • le modalità tecniche di spandimento (art. 4), che deve seguire precise norme igienico sanitarie, di tutela ambientale e urbanistiche
  • lo stoccaggio e il trasporto delle acque di vegetazione (art. 7 - 8). Lo stoccaggio è consentito per non oltre trenta giorni, vengono definite le caratteriste dei contenitori e la loro capacità minima. Il loro trasporto richiede copia della comunicazione preventiva (allegato A) e un documento di trasporto, secondo il modello in allegato C
  • lo stoccaggio e il trasporto delle sanse umide (art.9) da effettuare su platea impermeabilizzata. 
  • le attività di controllo e monitoraggio (art. 10) effettuate dall'Agenzia regionale per l'ambiente ligure, che riceve la comunicazione di avvio dell'attività da parte del Comune competente.

La Regione Liguria, grazie alla collaborazione degli assessorati all'Agricoltura e all'Ambiente, ha predisposto un compedio completo dei riferimenti normativi vigenti sull'uso agricolo di reflui dalle lavorazione dei frantoi oleari.
Il compedio delle disposizioni in vigore in Liguria è stato inviato in formato cartaceo a istituzioni, associazioni ed enti delegati e comprende:

  • la presentazione a cura di Luca Fontana, Direttore generale Dipartimento Agricoltura, Sport, Turismo e Cultura e Gabriella Minervini, Direttore generale Dipartimento Ambiente
  • la DGR n.848/2007
  • il DDG n.355/2007
  • il DD n.3385/2007
  • circolare n.1 del Dirigente dell'Ufficio produzioni agroalimentari prot. n.12040 del 25/01/2008
  • i riferimenti alla legislazione nazionale:
  • gli uffici referenti regionali
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