Il censimento della flotta ligure ha evidenziato una elevata dispersione, distribuita in 36 siti di ormeggio lungo tutta la fascia costiera a partire da Bocca di Magra fino a Ventimiglia.
Questa situazione, tipica della Liguria, ha comportato nel tempo gravi penalizzazioni al settore peschereccio, alle quali si sta cercando in tutti i modi di porre rimedio.
In particolare, come più volte lamentato a seguito del proliferare dei porticcioli turistici, sempre più di frequente i pescatori professionali hanno trovato difficoltà oggettive a essere destinatari di ormeggi sicuri e di idonei spazi a terra ad essi dedicati, poiché considerati più come elementi di disturbo, che come risorsa economica, sociale e culturale.
Le altre penalizzazioni dovute alla dispersione della flotta sono state:
- carenza e precarietà dei servizi a terra
- difficoltà di realizzare piattaforme di concentrazione del pescato
- difficoltà di realizzare strutture collettive di prima commercializzazione del pescato
- difficoltà a realizzare progetti di sviluppo economico di interesse per l'intero comparto della pesca
- difficoltà a creare Organizzazioni di Produttori o consorzi per la commercializzazione del pescato, più allargati rispetto alle attuali cooperative di piccola pesca vigenti
Per ovviare a questa situazione la Regione ha approvato la L.R. n. 21/2006 che sancisce la salvaguardia della flotta peschereccia attraverso l'emanazione di direttive e criteri, approvati poi con la delibera n.1354 del 16 novembre 2007.