Scavare a mano i solchi, concimare, combattere la ruggine, raccogliere le piante e legarle per confezionare le caratteristiche trecce, sono gli ingredienti che rendono l'aglio bianco di Vessalico un prodotto ottimo e naturale.

La Cooperativa "A Resta" è nata nel 2000 per volontà di un gruppo di giovani agricoltori della Valle Arroscia che vogliono portare avanti la coltivazione dell'aglio seguendo le tecniche tradizionali.

L'obiettivo principale della Cooperativa è quello di recuperare e mantenere in vita questa coltivazione e quella di altre colture locali come quella dell'olivo, della castagna, del nocciolo e degli ortaggi.

La coltivazione dell'aglio di Vessalico sopravvive in zone isolate e poco valorizzate turisticamente ed è importante per l'economia della zona sostenere e ottimizzare la sua produzione.
I metodi di coltivazione tramandati per secoli da una generazione all'altra non devono andare persi anche se può essere utile integrarli con le nuove tecniche dell'agricoltura biologica per ottenere un prodotto con la qualità di sempre, ma in grado di rispondere alle esigenze del mercato.

Grazie al sostegno della Regione Liguria, in collaborazione con la Comunità Montana Alta Valle Arroscia, è stato creato il Presidio Slow Food dell'aglio di Vessalico che ha riunito una trentina di piccoli produttori e ha realizzato un marchio che lo distingue.
I presìdi sono progetti di Slow Food nati per salvaguardare e valorizzare prodotti eccellenti che rischiano l'estinzione.

Per avere maggiori informazioni sull'aglio di Vessalico puoi visitare la pagina dedicata all'aglio di vessalico.

Il pesto è il prodotto ligure per eccellenza ed è sicuramente il simbolo della Liguria più diffuso nel mondo. Per tutelare la sua produzione il 27 gennaio del 2003 a Genova è stato costituito il Consorzio del pesto genovese. La ricetta a cui si attengono i soci è quella tradizionale che vuole sette ingredienti.

La prima ricetta scritta del pesto che ci è giunta risale alla metà del 1800 e da allora non è cambiata. Mortaio in marmo e pestello in legno rimangono gli attrezzi indispensabili e la tradizione vuole che gli ingredienti siano sempre il basilico, l'aglio, l'olio extravergine di oliva, il parmigiano, il pecorino sardo, i pinoli e pizzico di sale grosso.

Per preparare il pesto occorre innanzitutto lavare in acqua fredda quattro mazzi di basilico, naturalmente genovese, e metterli ad asciugare su un canovaccio. Nel frattempo nel mortaio si deve pestare uno spicchio d'aglio ogni trenta foglie di basilico.
L'aglio deve essere dolce, il suo gusto si deve sentire nel sottofondo senza prevalere.
Dopo aver aggiunto qualche grano di sale grosso è il momento delle preziose foglioline di basilico.
Gli oli essenziali del basilico sono conservati nelle vescicole delle sue foglie e, per ottenere il gusto migliore, queste non vanno pestate gravemente ma è necessario ruotare leggermente il pestello in modo da stracciare, non tranciare, le profumate foglioline.

Il suono del pestello di legno contro i bordi del mortaio accompagna il nostro lavoro. Quando il basilico rilascia il suo caratteristico liquido verde brillante è il momento di aggiungere una manciata di pinoli che ammorbidiscono e amalgamano la salsa.

A questo punto non dobbiamo dimenticare i due formaggi: il parmigiano reggiano e il pecorino sardo entrambi DOP, da utilizzare adeguatamente stagionati.

Infine va versato a goccia l'olio extravergine d'oliva, naturalmente italiano, dal sapore non particolarmente aggressivo e non particolarmente intenso, per sposare tutti gli ingredienti senza sopraffarli.

La lavorazione del pesto deve avvenire a temperatura ambiente e deve terminare nel minor tempo possibile per evitare problemi di ossidazione.
Quando il pesto è pronto può essere utilizzato per condire la pasta tipica ligure come le troffie, le trofiette, le trenette avvantaggiae, i mandilli de saea e può essere aggiunto per dare gusto al minestrone di verdure.

 

 

 

Molti prodotti tipici che la Liguria può vantare sono diventati i veri e propri simboli dell'enogastronomia ligure nel mondo.

La tutela e la promozione dei prodotti tipici della nostra regione è importante sia per l'economia locale sia perché queste produzioni rappresentano una parte della storia dei liguri.
Il Consorzio del pesto genovese, il Consorzio dell'olio extravergine d'oliva e la Cooperativa "A resta" per l'aglio di Vessalico sono associazioni nate proprio con lo scopo di mantenere in vita la tecniche tradizionali di produzione di queste specialità liguri, per non perdere cioé le peculiarità che li rendono inimitabili.

Il pescaturismo è una iniziativa sostenuta dalla Federcoopesca per fare vivere a turisti e appassionati un'avventura in mare al fianco di pescatori professionisti.
Nato come progetto di riconversione ambientale per le aree marine protette è oggi praticato in quasi tutte le regioni costiere italiane.
In Liguria le cooperative che praticano il pescaturismo sono circa una decina localizzate su tutto l'arco costiero.
Il pesca turismo è la maniera migliore per avvicinarsi ai segreti della pesca, condividere una giornata al largo con gente del mestiere su un peschereccio o su un gozzo imparando a usare palamiti, cianciali e reti da posta o assistendo in rigoroso silenzio alla "salpata a mano" delle reti in fibra naturale della tonnarella di Camogli.
Al tempo stesso è il modo più vero per capire realmente come si vive per mare riscoprendo da una diversa prospettiva la costa e i borghi marinari e gustando pesce freschissimo cucinato con ricette tradizionali.

La passione per il mare diventa così turismo responsabile nel pieno rispetto dell'ambiente e delle tradizioni locali. In concomitanza a questo tipo di iniziativa, e per entrare meglio nella cultura dei luoghi, si sta diffondendo anche l'ittiturismo (www.ittiturismo.it), cioè l'abitudine di ospitare i turisti nelle case dei pescatori.

Il pescaturismo è aperto a tutti, con la possibilità di imbarcare anche i minori di quattordici anni se accompagnati da un maggiorenne.
E' praticato da pescatori professionisti muniti di apposite autorizzazioni rilasciate dalle Capitanerie di Porto. Il turista può contattare i comandanti delle motobarche attraverso le associazioni di categoria o direttamente nei porticcioli e stabilire con loro le modalità dell'escursione. Può essere svolto durante tutto l'anno naturalmente con condizioni meteomarine favorevoli, ossia con mare inferiore a forza due. Le attività sono previste anche nelle ore notturne per consentire la partecipazione a quei particolari tipi di pesca che avvengono tradizionalmente dal tramonto all'alba, come ad esempio la pesca al totano con la luce ad acetilene o quella del calamaro, pagello, occhiata, bopa, con le lenze.
Per ulteriori informazioni puoi visitare i siti di Lega pesca (www.legapesca.it) e AGCI pesca (www.agcipesca.it).

Per escursioni in Liguria:

  • Provincia di Genova
    • Cooperativa Pescatori Nervi, Via Caboto 21r, 16167 Genova- Telefax: 010 323933
    • Cooperativa Pescatori Camogli, Via della Repubblica 140, 16032 Camogli- Tel 0185.772600 Fax 0185.772691
    • Cooperativa Lavoratori piccola Pesca di Chiavari, Via Lungomolo di Levante Box 48 16043 Chiavari-Tel: 333.28.67.982
    • Cooperativa Pescatori Sestresi, Viale Rimembranza, 16039 Sestri Levante- Tel: 0185.479112
    • Pescatori Portofino Piccola Società Cooperativa, Salita S. Giorgio 6, 16034 Portofino- Cell.: 335.54.28.344 Tel: 0185.269231
    • Cooperativa Pescatori Boccadasse, via Aurora 7R, 16146 Genova, tel: 010.8568866
  • Provincia di Imperia
    • Cooperativa Pescatori Imperia, Via Amendola 43/5, 18100 Imperia- Tel: 0183.273621; Tel: 0183.290940 fax: 0183.290940

    • Cooperativa Imperia Pesca, Via A. Doria n. 44, 18100 Imperia- Tel: 0183.29.59.69; Tel: 0183.290940 fax: 0183.290940
  • Provincia di La Spezia
    • Piccola Società Coop. Pescatori 5 Terre, Via Telemaco Signori 118, 19017 Riomaggiore- Cell: 335.13.31.595; Tel: 0183.29.09.40 fax: 0183.29.09.40
  • Provincia di Savona
    • Piccola Soc. Coop. Il Gagollo, Piazza Giulio II 4/12, 17100 Savona- Cell: 348.26.05.503; Tel.: 019.8401020 fax. 019.805753

    • Cooperativa San Filippo, Via degli Orti 63, 17031 Albenga- Tel.: 0182.51959 fax: 0182.51959; Tel.: 0182.55.96.07 fax: 0182.55.96.07

Per approfondire: è scaricabile in formato .pdf un manuale per accompagnare gli operatori verso l'organizzazione di nuove attività di ittiturismo e pescaturismo. Attraverso queste "linee guida" si mettono a disposizione informazioni sull'attuale normativa, sulla sicurezza, l’igiene degli ambienti e degli alimenti, gli obblighi fiscali e previdenziali, gli uffici presso i quali recarsi e quale documentazione presentare per avviare queste attività. Si propongono, inoltre, suggerimenti e buone prassi sulle modalità di accoglienza e assistenza del turista.

In Liguria gli apicoltori che hanno fatto denuncia nel 2012 sono 1274 e gli alveari denunciati nel 2012 sono 25290.

Gli apicoltori vengono classificati, dalla legge n.313/2004, in tre categorie:

  1. apicoltore: tutti coloro che detengono e conducono alveari. E' la categoria più numerosa in Liguria (circa l'80%) ed è rappresentata da apicoltori che detengono e conducono un piccolo numero di alveari senza precisi intenti economici se non di ottenere una produzione destinata all'uso familiare o all'ambito contiguo e sicuramente svolgono un ruolo importante nella tutela e diffusione dell'apicoltura sul territorio, contribuendo al mantenimento della biodiversità e del ruolo dell'ape come impollinatore naturale.
  2. imprenditore apistico: chiunque detiene e conduce alveari ai sensi dell'art. 2135 del codice civile. E' rappresentato da una categoria variegata di operatori che esplicano l'attività apistica a fine economico, in integrazione ad altre attività agricole o comunque per integrare il proprio reddito. Si stima possano appartenere a questa categoria circa il 19% degli apicoltori liguri.
  3. apicoltore professionista: chiunque detiene e conduce alveari ai sensi dell'art. 2135 del codice civile e a titolo principale. Gli apicoltori professionisti sono una ristretta minoranza (poco più dell'1%); un'azienda professionale gestisce generalmente un numero di almeno 200-300 alveari/addetto, e il livello tecnologico della dotazione strutturale e degli impianti è generalmente avanzato.

Le associazioni apistiche liguri sono:
ALPA Liguria - Associazione ligure produttori apistici,
via Famagosta n.9/5, 17100 Savona, alpa.apic@hotmail.it,
tel. 019.824653, www.alpamiele.it
APILIGURIA - Associazione apicoltori delle 4 province liguri,
via XXV aprile 4/12, 16123 Genova, apiligurialaspezia@gmail.com,
tel. 0187.737604, 328.0751294.

La Giunta regionale con la delibera n.177 del 22 febbraio 2013 ha approvato la propria proposta di interventi volti a migliorare le condizioni di produzione dell'allevamento apistico e quelli di commercializzazione del miele e degli altri prodotti dell'alveare per il triennio 2014-2016.

Il miele viene prodotto dalle api partendo o dal nettare dei fiori o dalla melata che si trova principalmente sulle foglie delle piante.
La produzione del miele di nettare segue il periodo delle fioriture, terminando quindi ad agosto. Le api bottinatrici raccolgono il nettare nella sacca mellifera dopo averlo diluito con la saliva ghiandolare. Con passaggi da un'ape all'altra (trofallassi) lo arricchiscono di enzimi, trasformandolo in miele. Questo viene "asciugato" dalle api ventilatrici per rimuoverne l'eccessiva umidità e immagazzinato nelle celle esagonali del favo, ciascuna chiusa con un opercolo di cera prodotto dalle api ceraiole.
Il miele di melata deriva, invece, dalla linfa delle piante rielaborata da insetti parassiti come afidi e cocciniglie. La melata attira le api come il polline, perché molto zuccherina. La produzione del miele di melata avviene dopo le fioriture estive.

In Liguria i mieli prodotti più comunemente sono il miele millefiori oltre agli unifloreali di acacia, castagno, erica, melata e tiglio.

Tipo Colore Sapore Odore Caratteristiche Consistenza Proprietà
Acacia colore chiaro, trasparente dolce e delicato, vanigliato tenue e floreale molto ricco in fruttosio liquida non altera il sapore dei cibi con cui viene abbinato
Castagno scuro, da ambrato a quasi nero intenso che tende all'amaro forte e pungente molto ricco in principi minerali e di polline fluida, ma corposa ottimo ricostituente
Erica arborea ambrato con tonalità arancioni intenso e persistente, d'anice caramellato miele primaverile, tipico di pochissime zone del levante pastosa diuretico e antireumatico
Melata scuro, con tonalità dal rossastro all'ebano poco dolce, a volte leggermente salato vegetale ricchissima di sali minerali vischiosa antibatterico e antisettico
Millefiori dal chiaro all'ambrato forte e aromatico tenue e floreale ricco di principi minerali dal fluido al corposo decongestionante delle vie respiratorie
Tiglio dall'ambra giallognolo allo scuro rossastro balsamico, con leggero retrogusto profumo assai pronunciato, mentolato ricco di sostanze zuccherine pastosa consigliato contro emicranie e nervosismo
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