Le piante ornamentali

Le piante ornamentali

Il periodo natalizio è rallegrato e adornato da numerose piante che sono ormai parte della nostra tradizione, anche se alcune provengono dalle usanze di paesi lontani. Le riconosciamo nelle vetrine dei negozi, le compriamo per abbellire le nostre case: guardiamole con più attenzione per scoprire la loro storia.

Due fronde molto simili, accomunate dalle foglie spinate e dalle bacche rosse sono il pungitopo (ruscus aculeatus), i cui rami assomigliano a piccole foglie ovali e pungenti, e l'agrifoglio (ilex aquifolium). Mentre le bacche di quest'ultimo sono leggermente tossiche, foglie e corteccia contengono una sostanza amara febbrifuga per cui erano molto sfruttate nella medicina popolare. Un tempo queste piante venivano usate come amuleti per tenere lontani i sortilegi. Le foglie dure con spine rappresentano una sorta di difesa contro i mali, essendo sempreverdi si crede che il loro benefico effetto persista nel tempo. Le bacche rosse, invece, simboleggiano allegria e speranza di fecondità e abbondanza per l'anno a venire. Gli antichi romani ne piantavano dei ramoscelli nelle vicinanze della casa per allontanare gli spiriti maligni e inchiodavano pezzetti del legno sui carri per rendere sicura la strada e prudente il conducente.

La pianta augurale per eccellenza nei paesi nordici è il vischio (viscum album). Questo piccolo arbusto dalle bacche bianche è al centro di numerosi miti che ne ipotizzano l'origine. Secondo una leggenda scandinava Baldur, figlio di Odino re degli dei, suscitò l'invidia del genio del male che decise di ucciderlo. Odino comandò a tutti gli esseri di proteggere suo figlio, ma dimenticò proprio il vischio da cui il malvagio ricavò la freccia che uccise Baldur. Accortasi della morte del figlio, la dea Frigg iniziò a piangere: le sue lacrime a contatto con il vischio si trasformarono in perle. Anche i Celti pensavano a un'origine divina: credevano che la pianta nascesse dove era caduto un fulmine, simbolo di una discesa delle divinità sulla terra. Si usa metterne rametti agli usci delle case contro le disgrazie ed è consuetudine baciarsi passandovi sotto, soprattutto se si è fidanzati altrimenti la ragazza rischia di non sposarsi entro l'anno.

L'ultima pianta delle festività proviene invece dalla tradizione americana: la Stella di Natale è infatti originaria del Messico, introdotta nell'800 negli Stati Uniti e da qui in Europa. Solo ultimamente si è diffusa la consuetudine di regalarla per Natale, quasi come un vero e proprio simbolo. Fiorisce da dicembre a marzo, ma non sono i fiori, giallastri e poco vistosi che giustificano il suo nome scientifico "euphorbia pulcherrima", cioè bellissima. La vera coreografia della pianta è data all'involucro di dodici-venti grandi foglie di colore rosso vivo che la rendono adatta ad adornare abitazioni e vie cittadine per il periodo natalizio. 

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