E' stato descritto per la prima volta, quindi classificato, nel 1983. Sugli olivi provoca un cancro corticale determinando sintomi caratteristici: sui rami compaiono piccole aree scure che rigonfiano; questi ingrossamenti sono ovoidali, più piccoli sui giovani rami, di maggiori dimensioni e disposti con il lato più lungo nel senso della lunghezza sui rami più vecchi. Al di sopra dei cancri, i rami colpiti lentamente disseccano. Tra la fine dell'inverno e per tutta la primavera questi ingrossamenti ovoidali si screpolano mettendo così in evidenza le fruttificazioni del fungo.
Ha un decorso molto lento ed è stata osservata prevalentemente in zone (valli dell'entroterra ligure di levante) caratterizzate da elevata umidità, scarsa ventilazione e poca insolazione. In queste zone viene coltivata prevalentemente la cultivar lavagnina che risulta particolarmente sensibile agli attacchi del fungo in questione.
E' un fungo poco studiato dal momento che è stato riscontrato in una zona molto circoscritta, si diffonde con estrema lentezza e pare provocare danni di scarso rilievo. Nel corso degli ultimi anni però, nelle zone in cui la sua presenza è divenuta endemica, Massariella oleae può provocare negli oliveti uno stato di generale sofferenza che pur non portando alla morte delle piante, ne determina arresti di sviluppo vegetativo e una diminuzione della produzione.