E' causata dal fungo Oidium tuckeri, parassita obbligato della vite. E' stato segnalato, per la prima volta in Europa nel 1845 e la sua diffusione è stata molto rapida. In Italia le prime segnalazioni della comparsa della malattia risalgono al 1850 nelle regioni meridionali.
L'agente dell'oidio sverna nelle gemme infette e nelle screpolature della corteccia; non appena si verificano condizioni meteorologiche particolari (temperature superiori a 10 °C, piogge superiori o uguali a 2,5 mm, bagnatura di almeno 15-20 ore) può partire l'infezione primaria.
I corpi fruttiferi del fungo liberano gli organi di propagazione i quali penetrano nella foglia e germinano dando luogo a un micelio. Dopo un periodo di incubazione il fungo fuoriesce nuovamente con i suoi organi di propagazione. Da questo momento potranno avere luogo le infezioni secondarie, che possono susseguirsi ogni volta che si verificheranno condizioni favorevoli come temperature medie tra 20 e 30 °C, periodi privi di piogge per almeno 6-7 giorni, assenza di piogge consistenti (cioè maggiori di 25 mm). Alcuni fattori sono invece sfavorevoli alle infezioni secondarie di oidio: forti piogge, che dilavano gli organi di propagazione, bagnatura fogliare e temperature minori di 10 o maggiori 35 °C che rallentano lo sviluppo del fungo.
Nelle fasi iniziali della malattia i sintomi su foglia sono difficilmente visibili, si notano solo sulla pagina inferiore. Solitamente compaiono aree più chiare sulle quali compare una patina biancastra e in seguito un'efflorescenza polverulenta; la foglia si può ripiegare a coppa verso l'alto e in caso di attacchi gravi compaiono imbrunimenti delle nervature e punteggiature necrotiche, poi la foglia ingiallisce, necrotizza e cade.
Gli attacchi precoci sui grappolini prima e durante la fioritura causano aborto e caduta dei fiori o inibiscono la crescita dei grappolini. In post fioritura gli acini colpiti presentano punteggiature, imbrunimenti e la tipica efflorescenza biancastra; con attacchi forti si possono verificare spaccature degli acini, che aprono la via ad infezioni di botrite e di altri marciumi. I grappoli sono molto sensibili tra allegagione e chiusura grappolo.
Anche i germogli infetti risultano ricoperti da abbondante muffa biancastra di aspetto polverulento.