E' da sempre considerata l'avversità più rilevante delle pinete. Causa estese defogliazioni delle alberature colpite determinando un rapido deperimento delle popolazioni arboree ed è un importante problema di natura igienico sanitaria a causa dei peli urticanti presenti sulle larve di terza età che causano dermatiti sulle persone e sugli animali a sangue caldo. In quest'ottica il Decreto ministeriale pone in carico all'autorità sanitaria competente (il Sindaco) gli interventi di lotta obbligatoria nelle aree urbane o laddove le popolazioni di processionaria assumano connotati di rischio per la popolazione, demandando al Servizio fitosanitario la definizione delle zone dove la lotta alla processionaria del pino può ricondursi ad una lotta fitosanitaria "sensu stricto".
Nell'ultimo decennio, presumibilmente a causa del mutamento delle condizioni climatiche e quindi della minore mortalità delle larve durante la stagione invernale, la processionaria ha ampliato il suo areale di diffusione spostandosi ad altitudini e latitudini più elevate.
I popolamenti arborei a rischio sono quelli costituiti prevalentemente o esclusivamente da Pino Nero o Pino Silvestre; normalmente gli attacchi del fitofago su popolazioni costituite da altre specie del genere Pinus sono assolutamente occasionali o di scarsa entità , eccezionali sono gli attacchi su larici e cedri.
Una colonia di medie dimensioni è costituita da circa 200 individui (nido), l'attività trofica di detti individui consuma circa 1,5 2 kg di aghi/anno, espressa come Sostanza Secca. Questo significa che 4-5 nidi sono sufficienti per defogliare completamente un albero di 20 anni di età in un anno. Le piante possono ovviamente riprendersi ed emettere nuova vegetazione ma il suo accrescimento risulta fortemente compromesso e la stessa vegetazione è stentata, le piante risultano più sensibili agli attacchi parassitari e notevolmente indebolite.
A partire dal tardo autunno sono visibili i nidi sericei costruiti sulle parti più soleggiate della chioma, all'interno si trovano le larve rosso grigiastre con abitudini gregarie. Le larve passano attraverso cinque stadi e completano lo sviluppo a fine febbraio-aprile quando abbandonano la pianta ospite e si interrano ad alcuni centimetri di profondità . Per questa ragione le segnalazioni di infestazione che arrivano nei mesi primaverili non sono utili. Piuttosto il contenimento dell'infestazione può essere praticato in inverno mediante la tecnica dello sparo con cartucce che aprano fori nei nidi in previsione di una nottata con temperature rigide al fine di rendere così le larve soggette alle intemperie. Da tenere presente che tali interventi causano ferite alle piante e le rendono così più vulnerabili agli attacchi fungini, disturbano la fauna e che nei centri abitati questa tecnica comporta non poche difficoltà per la vicinanza delle abitazioni.