La pesca nel Mar Mediterraneo, dal punto di vista delle regioni periferiche marittime, ha un valore culturale, economico e sociale importantissimo. Di fatto, molte comunità costiere hanno vissuto, vivono e vogliono continuare a vivere del mare, in un contesto di pesca responsabile, rispettosa e in equilibrio con l'ambiente dal quale attingono la propria fonte di sostentamento.
La pesca mediterranea, in generale, è costituita da una flotta artigianale, nella quale spesso l'armatore è anche il capitano e l'equipaggio è formato da persone con vincoli familiari. Queste imbarcazioni salpano e rientrano in porto ogni giorno, dispongono di un sistema di vendita per la maggior parte dei casi collaudato e relazionato con le proprie comunità, attraverso i mercati del pesce o direttamente integrato nel mondo della ristorazione e del turismo. Caratteristica di questa tipologia di pesca è quindi la presenza di sistemi locali consolidati rappresentati da piccole comunità di pescatori, dove si registra grande professionalità derivante da cultura, tradizione ed esperienza tramandata per generazioni.
Da un punto di vista delle modalità di cattura, la pesca mediterranea si caratterizza per la sua multi-specificità, cioè si rivolge alla cattura di un numero elevato di specie, ed è una pesca selettiva grazie all'impiego di molteplici attrezzi, contrariamente a quanto avviene per la pesca del Nord Europa, prevalentemente mono-specifica, concentrata cioè sul prelievo massivo di singole specie. La specificità del Mediterraneo per lungo tempo non ha trovato un'adeguata rappresentatività nella politica europea della pesca. Solo recentemente è stato emanato un regolamento relativo alla pesca del Mediterraneo (Regolamento (CE) n.1967/2006).
Il regolamento è fortemente incentrato sulla protezione delle risorse, vietando la pesca di alcune specie ed aumentando la selettività di alcuni attrezzi, e sulla necessità di avviare programmi di gestione della pesca in grado di mantenere l'ambiente marino in equilibrio.