Nell'alveare non si produce solo il miele ma numerosi altri prodotti utili all'uomo:

La propoli

E' una miscela resinosa che le api raccolgono sulle gemme di alcune piante e modificano con secrezioni salivari e cera.
Il suo nome deriva dal greco pro polis "davanti alla città", probabilmente legato al fatto che questa sostanza viene messa dalle api all'ingresso dell'alveare come protezione da insetti e corpi estranei. Serve per chiudere interstizi e fessure delle arnie o per imbalsamare piccoli predatori entrati nell'alveare ed uccisi, ma troppo grossi per essere espulsi.
E' una sostanza balsamica, composta da olii essenziali, resine, cere, polline, sali minerali, zuccheri e vitamine. Al gusto è cerosa e pizzicante, il colore varia dal giallo al bruno scuro.
Può essere consumata al naturale come pasta o granuli da masticare oppure diluita in alcool.
La propoli ha molteplici usi: come antibiotico per le patologie del cavo orale, per uso esterno come disinfettante e cicatrizzante, in campo tecnologico come base per vernici, per uso agronomico come antimicotico e antiparassitario.

La pappa reale

Detta anche gelatina reale, è un prodotto eccezionale per le sue caratteristiche nutrizionali.
Viene prodotta, partendo dal polline, dalle ghiandole sopracerebrali delle giovani operaie per nutrire tutta la covata fino al terzo giorno di vita. Successivamente viene riservata solo alle larve che dovranno evolversi a regina, mentre le altre riceveranno una mescolanza di miele e polline.
Ha una consistenza gelatinosa, un sapore acidulo e un colore biancastro.
E' ricchissima di proteine altamente digeribili, di zuccheri (fruttosio e saccarosio) e di grassi aventi attività antibatteriche, enzimi, vitamine, sali minerali, ormoni, antibiotici e fattori di crescita.
Essendo un naturale integratore alimentare è indicata nei casi di stanchezza psico-fisica e depressione, specialmente per i bambini e le persone anziane. Viene impiegata anche in cosmesi come base di creme.
La pappa reale può essere assunta al naturale, liofilizzata o mescolata ad altre sostanze, come il miele. Si conserva al riparo dalla luce e in frigorifero. 

Il polline

Costituisce un'altra componente essenziale nell'alimentazione delle api operaie e della covata. Raccolto sui fiori dalle bottinatrici non viene mai mescolato al miele, ma raccolto in altre cellette e arricchito con nettare e saliva.
L'apicoltore lo preleva mediante apposite trappole che obbligano l'ape che rientra nell'alveare a transitare in piccole aperture nelle quali il polline si distacca cadendo in un contenitore sottostante.
Il polline si presenta sotto forma di granelli di varia colorazione secondo l'origine botanica.
E' un alimento ricco di proteine, vitamine, sali minerali enzimi che gli conferiscono proprietà tonificanti e stimolanti. E' indicato per ovviare alle carenze nutrizionali in gravidanza, durante l'allattamento, in periodi di stress da prolungato lavoro.
Si assume preferibilmente al mattino, masticandolo con cura. Può essere aggiunto anche ai piatti a base di verdura. Si conserva in vetro a circa 14° gradi.

La cera

E' il prodotto della secrezione delle ghiandole ceripare delle api. La cera fuoriesce dagli spazi tra gli anelli dell'addome delle ceraiole sotto forma liquida poi a contatto con l'aria si solidifica sotto forma di scaglie che l'ape prende con le mandibole, arricchisce di polline e propoli e modella per costruire i favi.
La cera appena secreta è bianca, ingiallisce per la presenza del polline e nel giro di qualche anno diventa molto scura. Per la sua produzione le api devono nutrirsi di un'abbondante dose di miele: dai cinque ai dieci chili per ogni chilo di cera prodotta.
La cera si usa in diversi campi, dalla produzione di candele al campo industriale. Ma possiede anche virtù insospettate: quella pura di favo viene masticata dagli apicoltori esperti contro le affezioni polmonari croniche.

Il miele contiene: 18% di acqua, 35% di glucosio, 40% di fruttosio, sali minerali tra cui potassio, calcio e fosforo, proteine ed amminoacidi, vitamine, ormoni ed enzimi. È un alimento igienicamente sicuro poiché contiene sostanze ad azione antibiotica e la sua alta concentrazione zuccherina lo rende pressoché sterile. Ha un alto contenuto calorico, 320 calorie all'etto, quindi un elevato potere energetico.
Il miele ha numerosissime proprietà: la tradizione popolare ne fa largo uso come decongestionante delle vie aeree o cosparso sulle piccole lesioni della pelle per agevolarne la cicatrizzazione.

Classificazione
I mieli sono differenziati in base alla diversa origine botanica. Sono considerati uniflorali o monoflora i mieli che hanno almeno il 45% di polline di un'unica specie botanica sul totale del complesso pollinico. Sono considerati multiflorali o millefiori quelli in cui una specie pollinica non prevale nettamente sulle altre.


Conservazione
Tutti i tipi di mieli vengono estratti liquidi dai favi, però tendono a cristallizzare rapidamente quanto maggiore è il loro contenuto di glucosio. Una temperatura di conservazione al di sopra dei 25°C e sotto i 5 °C inibisce questo processo di consolidamento che comunque non altera le caratteristiche del prodotto. Il miele è sensibile al calore, alla luce e all'umidità. È meglio consumarlo entro l'anno di produzione (dichiarato sull'etichetta) perché col passare del tempo perde le sue proprietà nutrizionali.


Certificazione
Per certificare la qualità del prodotto e garantire il consumatore si fa ricorso alle denominazioni d'origine. In alcuni casi queste sono protette a livello europeo (DOP, Denominazione di Origine Protetta o IGP, Indicazione Geografica Protetta), molto più spesso il loro uso è regolato dalle associazioni locali di produttori, che stabiliscono regole per l'uso di marchi collettivi. Il metodo utilizzato dalle associazioni e dagli enti di ricerca scientifica per caratterizzare e valorizzare il miele italiano di qualità è "l'analisi sensoriale del miele". Il primo corso italiano di questa tecnica si è tenuto nel 1979 a Finale Ligure presso la Cooperativa Apiriviera.
Il miele biologico garantisce particolare attenzione alla salubrità del prodotto, dell'ambiente e delle api, rispettando un rigoroso disciplinare che ne permette la denominazione "da agricoltura biologica".
L'indicazione "miele vergine integrale" indica invece che esso non ha mai subito riscaldamenti a temperatura superiore a 40° C, oltre a possedere tutte le caratteristiche di non artificialità. Oggi questa dicitura è vietata dalla normativa vigente, in attesa che venga attribuita una "attestazione di specificità".

Agricoltura biologica o convenzionale, varietà tradizionali o organismi geneticamente modificati, prodotti tipici o industriali? La qualità dei cibi che mangiamo suscita un sempre più crescente interesse.

Fare chiarezza su questi argomenti è uno degli scopi dell'educazione alimentare che interessa vari settori istituzionali e privati.
L'agricoltura è direttamente coinvolta nella divulgazione di informazioni in quanto fornitrice delle materie prime utilizzate nella dieta alimentare. L'attenzione è rivolta soprattutto ai giovani per avvicinarli al mondo agricolo e a quell'universo di conoscenze, tradizioni e sapori che soprattutto nelle grandi città si rischia di perdere.

Da anni la Regione Liguria s'impegna in iniziative per promuovere una sempre maggiore consapevolezza alimentare, attraverso azioni programmate che coinvolgono il mondo della scuola.
Per raggiungere obiettivi come la diffusione di comportamenti nutrizionali corretti e consapevoli, la valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità è fondamentale, infatti, il coinvolgimento e la partecipazione attiva di bambini e ragazzi.
In questa ottica, la Regione Liguria si rivolge agli insegnanti per promuovere e sviluppare insieme questi propositi e divulgarne i valori: il rispetto per la natura, per il lavoro dell'uomo, per le tradizioni e le identità regionali legate ai prodotti tipici della nostra terra.
Il materiale didattico messo a disposizione in questa sezione è stato realizzato per avvicinare i docenti alle iniziative regionali e per facilitarne il lavoro, nella speranza che possa essere utile ed apprezzato.

Il materiale ludico-didattico del progetto Una montagna di buone Regioni può essere scaricato e stampato in formato .pdf è composto da: un quaderno per i bambini (venti pagine più due pagine di copertina, un gioco per la classe da stampare in sezioni per ottenere una plancia gioco di cm.50x70 più una pagina di domande e risposte.

L'acquirente effettua ogni mese almeno due prelievi sul latte consegnato da ciascun produttore, per il calcolo del tenore di grassi.

Per le aziende di montagna e per le aziende con un quantitativo di riferimento individuale (QRI) inferiore a Kg. 60.000, l'acquirente può fare un solo prelievo al mese sul latte consegnato da ciascun produttore.

Le analisi devono essere effettuate nei laboratori indicati dalla Regione o che operano secondo criteri standard definiti.

L'acquirente ha l'obbligo di conservare le analisi unitamente a tutta la documentazione contabile.

L'acquirente ha l'obbligo di redigere e trasmettere le dichiarazioni mensili e annuali.
Il riepilogo dei termini per i vari adempimenti si può consultare nella pagina "agenda scadenze".

Dichiarazione mensile
Gli acquirenti inviano entro l'ultimo giorno di ogni mese una dichiarazione riepilogativa dei quantitativi consegnati da ciascun produttore relativi al mese precedente.
L'inoltro deve essere effettuato attraverso il SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), utilizzando lo specifico modulo, anche nel caso in cui la ditta non abbia ritirato il latte.

Dichiarazione annuale
La trasmissione della dichiarazione annuale di consegna deve essere effettuata entro il 15 maggio dall'acquirente attraverso il SIAN.
Tale dichiarazione non è obbligatoria per chi ha inviato nei tempi e nei modi corretti tutte le dichiarazioni mensili.

L'acquirente, entro il 31 maggio, trasmette alla Regione una dichiarazione, firmata dal rappresentante legale. La dichiarazione comprende anche gli allegati controfirmati da ciascun produttore conferente, il quale deve indicare sotto la propria responsabilità, il numero delle vacche da latte presenti in azienda nella campagna produttiva considerata.
Tale dichiarazione viene fatta utilizzando lo specifico modello predisposto da Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (www.agea.gov.it).

La contabilità viene tenuta attraverso la compilazione dei seguenti registri:

  1. registro dei conferenti
  2. registro "altri fornitori"
  3. registro di raccolta

Gli acquirenti sono tenuti all'obbligo della conservazione per almeno tre anni della documentazione contabile e di ogni altro tipo di documentazione che possa consentirne il controllo.
Importante risulta acquisire e conservare la documentazione che attesti la disponibilità della quota da parte del conferente. Per gli adempimenti degli acquirenti fanno fede i dati comunicati dalle regioni tramite il SIAN.


1. Registro dei conferenti

Entro il mese successivo a quello di riferimento gli acquirenti trasmettono alla Regione i dati aggiornati del registro "conferenti".
I dati contenuti nel registro vengono certificati dal Primo Acquirente mediante l'apposizione della firma elettronica.
Il registro conferenti deve contenere almeno le seguenti informazioni:

  • estremi identificativi del conferente e dell'azienda di produzione
  • elementi della comunicazione del quantitativo di riferimento individuale (QRI) inviata dalla Regione al produttore
  • quantitativo di riferimento individuale (QRI) e il tenore materia grassa di riferimento disponibile (TMGR)
  • quantitativo (QRI) e tenore materia grassa di periodo (TMGP) del latte consegnato mensilmente
  • quantitativo complessivo rettificato
  • quantitativo in esubero

Il registro viene messo a disposizione nel SIAN ed è attraverso il SIAN che deve essere fatto l'inoltro mensile alle Regioni, anche nel caso in cui la ditta Primo Acquirente non abbia ritirato latte dai conferenti.
Nel periodo transitorio, il registro può essere costituto dai fogli stampati su carta comune.
La rettifica dei dati del registro può essere fatta entro 20 giorni dall'invio, per esempio i dati del mese di settembre devono essere inviati entro la fine del mese di ottobre: la rettifica può essere fatta entro il 20 novembre.

Per i dati del mese di marzo l'inoltro si esegue entro il 30 aprile e l'eventuale rettifica entro il 14 maggio.


2. Registro "altri fornitori"

Il registro "altri fornitori" è costituito da fogli numerati e vidimati dall'Ufficio Coordinamento Funzioni Ispettive (U.C.F.I.) competente per territorio e che contenga almeno le seguenti informazioni:

  • estremi identificativi del fornitore
  • quantitativo di latte sfuso acquistato
  • quantitativo di prodotti lattiero-caseari acquistato

Al SIAN verranno registrati e trasmessi, con gli stessi termini e con le stesse modalità del registro mensile dei conferenti, solo i dati del registro fornitori relativi ai quantitativi di latte sfuso.
La stampa di tali quantitativi, su fogli numerati e vidimati dal competente Ufficio Coordinamento Funzioni Ispettive, soddisfa l'obbligo di tenuta del registro.

Il registro può pertanto risultare costituito da due sezioni: una relativa al latte sfuso e una relativa agli altri prodotti acquistati non da produttori.

3. Registro di raccolta ed elenco dei trasportatori

Il registro di raccolta è costituito da fogli numerati e vidimati dall'Ufficio Coordinamento Funzioni Ispettive competente per territorio. La Regione può autorizzare sistemi informatizzati di registrazione della raccolta che devono comunque garantire la possibilità di controllo dei quantitativi di latte trasportati.

Le disposizioni relative al registro di trasporto entrano in vigore dal 1 gennaio 2004.
Prima di questa data è quindi necessario che i primi acquirenti provvedano a far numerare e vidimare dalle amministrazioni provinciali competenti per territorio i documenti di trasporto.

Il trasportatore, durante la raccolta del latte, deve tenere un registro, in doppia copia, che contenga i seguenti elementi:

  • dati identificativi della ditta acquirente e del destinatario, se diverso
  • dati identificativi del trasportatore
  • targa dell'automezzo utilizzato per il trasporto

Per ogni singola consegna di latte devono essere riportati:

  • ora della consegna
  • dati identificativi del produttore
  • data del trasporto
  • quantitativo di latte ritirato
  • firma del produttore o di un suo delegato
  • firma del conducente del mezzo

Al termine della raccolta il registro deve essere sottoscritto dall'acquirente che ne trattiene una copia mentre l'altra rimane al trasportatore.
Prima dell'inizio di ogni campagna produttiva gli acquirenti devono comunicare alla regione l'elenco dei trasportatori, con l'indicazione degli eventuali centri di raccolta utilizzati.
Gli acquirenti devono inoltre comunicare le variazioni in corso di campagna prima che il trasportatore inizi ad operare.
La comunicazione viene fatta utilizzando il SIAN, indicando la targa dell'automezzo e l'autorizzazione sanitaria per le autocisterne.

Tale comunicazione deve essere fatta entro il 31 marzo.

Per essere riconosciuti come ditta "primo acquirente" bisogna richiedere l'iscrizione all'albo "primi acquirenti".
La ditta è tenuta a presentare, almeno 120 giorni prima della data in cui intende avviare l'attività di raccolta, una richiesta alla Regione dove è ubicata la propria sede legale utilizzando l'apposito modello Mod.Acq001.

Le ditte per ottenere il rilascio devono possedere i requisiti previsti dalla normativa comunitaria e nazionale di riferimento (che è possibile scaricare a fondo pagina).
L'acquirente che opera senza il riconoscimento è soggetto a sanzione amministrativa che viene calcolata in base al prelievo supplementare sull'intero quantitativo di prodotto ritirato.

Con il modello Mod.Acq002 le ditte acquirenti riconosciute possono comunicare alla Regione l'adesione e il recesso da una associazione o organizzazione di acquirenti.
Qualora una ditta acquirente sia associata a più di una associazione oppure organizzazione di acquirenti dovrà mandare un modello per ogni associazione o organizzazione.
Le associazioni e le organizzazioni di acquirenti registrate nel SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) possono consultare i dati relativi agli acquirenti, loro associati, che hanno comunicato la propria adesione.

Se un'azienda acquirente, già riconosciuta, muta nella conduzione o nella forma giuridica non è richiesto un nuovo riconoscimento purché siano mantenuti i requisiti e si possa certificare il subentro anche negli obblighi in materia di quote latte.
Il mutamento va comunicato alla Regione che provvede alle verifiche dei requisiti.

La Regione ha l'obbligo di revocare il riconoscimento nel caso vengano meno i requisiti richiesti e in tutti i casi previsti dalla normativa nazionale e comunitaria: la revoca del riconoscimento di Primo Acquirente ha effetto a partire dal 45° giorno successivo la notifica dell'atto di revoca e comunque entro il termine del periodo di commercializzazione del latte.
L'acquirente deve comunicare ai propri conferenti l'avvenuta revoca entro 15 giorni e può chiedere un nuovo riconoscimento solo dopo sei mesi dalla data di decorrenza della revoca, con le stesse modalità utilizzate per la prima iscrizione.
Entro tre mesi dalla presentazione dell'istanza le istituzioni procederanno alla valutazione e all'eventuale autorizzazione del nuovo riconoscimento, aggiornando così l'apposito albo.

 

Varese Ligure è, dopo Genova, il comune più esteso della Liguria. Si trova nel cuore dell'alta Val di Vara, al centro di un vasto territorio immerso nel verde.
Le risorse naturali di questo comprensorio, uno dei polmoni verdi della Liguria, sono state valorizzate negli ultimi anni da politiche del territorio e dell'ambiente all'avanguardia: il Comune di Varese Ligure ha investito molte risorse per il rifacimento di acquedotti, fognature, parcheggi, illuminazione pubblica, depuratori, e si è impegnato a destinare almeno il 10% delle risorse a favore dell'ambiente. Ciò ha permesso al comune di fregiarsi, primo in Europa, della certificazione ambientale Iso 140001: un riconoscimento importante che ha fatto in breve tempo di Varese Ligure un esempio da imitare per la gestione eco-sostenibile dell'entroterra. Varese Ligure è dunque, secondo l'unione europea, il primo comune che può garantire ad abitanti e turisti assenza di inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico, controllo efficace e senza ricadute ambientali di rilievo del ciclo dei rifiuti, del trattamento delle acque; a questi vantaggi si aggiungono trasporti, servizi ai cittadini e alle imprese a basso impatto ambientale, ferrea tutela del paesaggio.

All'ISO 140001 è seguita anche la registrazione EMAS da parte del Comitato Ecolabel-Ecoaudit che hanno accertato significativi processi di efficienza ambientale, hanno verificato l'assenza di agenti inquinanti (ossido di carbonio, inquinamento acustico ed elettromagnetico), hanno garantito la qualità dei servizi urbani (gestione dei rifiuti, trattamento delle acque, servizi alle imprese, trasporti, tutela del paesaggio) ed hanno riconosciuto la valenza turistica del territorio.

La valle del biologico (ormai l'alta valle del Vara è nota con questo nome) è da sempre uno dei centri agricoli più produttivi della Liguria: le pratiche agricole hanno qui tradizioni antichissime e si avvantaggiano della vicinanza e delle facili comunicazioni con l'Emilia e la zona padana attraverso i passi del Bocco e di Cento Croci. Alla cultura contadina è dedicato un interessante museo in località Cassego.

Sono più di cinquanta le imprese agricole e zootecniche nate come biologiche o convertite al biologico, anch'esse sottoposte con successo a procedura di certificazione. Nelle coltivazioni non si fa uso di antiparassitari chimici, e negli allevamenti gli animali hanno a disposizione ampie superfici all'aperto, vengono nutriti con mangimi prodotti sul posto o selezionati e vengono curati con rimedi omeopatici, per ridurre al minimo la possibilità di far passare sostanze chimiche nella carne, nelle uova o nel latte.

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