Il finanziamento del Piano regionale di sviluppo rurale 2000-2006 è stato garantito dalle risorse dell'Unione Europea (112 milioni di euro), dello Stato (133 milioni di euro) e della Regione Liguria (42 milioni di euro). Attraverso questa programmazione sono state attivate azioni per l'economia rurale che vanno dal sostegno agli investimenti nelle aziende agricole, all'insediamento dei giovani in agricoltura, ai centri di trasformazione e commercializzazione dei prodotti, all'agro-ambiente e alle infrastrutture rurali, alla forestazione e alla lotta agli incendi boschivi.

La Liguria si afferma come regione leader per la capacità di investimento prodotta dagli aiuti comunitari del Psr. Distribuendo anche i fondi non utizzati da altre regioni sono stati erogati il 137% di premi e contributi rispetto alle risorse pre-assegnate: invece dei 210 milioni di euro assegnati ne sono stati così utilizzati 287, con un totale di investimenti attivati di 470 milioni di euro. Ne hanno beneficiato oltre novemila aziende, cooperative ed enti operanti nel settore agricolo e nella gestione del territorio. Più di duemila i giovani sotto i quarant'anni che hanno usufruito degli incentivi per avviare o sostenere un'attività agricola.

Caratteristica della pianificazione ligure è stata la scelta di investire l'80% delle erogazioni per misure di tipo strutturale, quindi di investimento alle aziende e solo il 20% in premi di mantenimento. Questo dato riflette la sinergia tra un territorio capace di investire in nuove imprese e le scelte strategiche operate dalla politica agricola regionale. La Regione Liguria ha incrementato in modo consistente nel 2005 e 2006 le risorse destinate allo sviluppo rurale portando il proprio apporto finanziario da 4,5 milioni di euro dell'anno 2004 a 12 milioni di euro del 2006. Il settore ortofloricolo ha ricevuto il 50% degli investimenti, quello olivicolo l'11% e la zootecnia il 14%.

Particolare attenzione è stata posta non solo all'entità della somma erogata, ma anche alla qualità delle procedure di gestione e controllo, così come certificato al termine dei controlli attuati in Italia dalla Commissione europea negli anni scorsi e che solamente per la Regione Liguria si sono conclusi senza sanzioni. Il mondo agricolo ligure si conferma come settore dinamico, in continua trasformazione e ricco di aziende che operano attivamente in un'agricoltura di mercato sempre più competitiva. Questa tendenza sarà alla base della nuova fase di programmazione dei fondi comunitari dal 2007 al 2013.

Il Decreto del Dirigente n.1163 del 26 aprile 2012 definisce la modulistica che i produttori di uva da vino devono utilizzare per le diverse istanze che è possibile chiedere alla Regione.
Le domande vanno presentate alla sede competente per territorio del Settore Ispettorato Agrario Regionale.

  • I produttori di uva da vino sono tenuti a chiedere la relativa autorizzazione, secondo le procedure indicate nella Tabella A allegata alla dgr n.1517 del 16 dicembre 2011, ed utilizzando la modulistica sotto riportata, se intendono procedere a:
    • ottenere un diritto di reimpianto avendo estirpato una superfice vitata (MODULO 2)
    • realizzare un nuovo vigneto con l'utilizzazione di un diritto precedentemente assegnato (MODULO 4)
    • ottenere l'idoneità a produrre vino a DO e/o a IG (MODULO 5)
    • ottenere l'iscrizione tardiva di un vigneto allo Schedario Viticolo (MODULO 6)
    • impiantare un vigneto per la sperimentazione o per la produzione di piante madri (MODULO 8)
    • piantare anticipatamente un vigneto (MODULO 9)
  • E' invece sufficiente una comunicazione preventiva al Settore Ispettorato Agrario Regionale per quanto riguarda:
    • la semplice estirpazione di un vigneto regolarmente registrato sul Fascicolo aziendale (MODULO 1)
    • l'impianto di un vigneto ad uso familiare per una superficie massima di 1.000 metri quadrati, per i produttori che non dispongono di altre superfici vitate e che si impegnano a non commercializzare in alcun modo le produzioni ottenute (MODULO 10)
    • il sovrainnesto di un vigneto (MODULO 11)
  • E' previsto invece il solo obbligo di comunicazione per quanto riguarda:
    • la variazione del Potenziale vitivinicolo aziendale (MODULO 3)
    • il cambio di conduzione aziendale (MODULO 7)

Si ricorda inoltre che nel caso in cui il titolare di una istanza non fosse l'unico proprietario del vigneto, lo stesso ha l'obbligo di allegare una dichiarazione del proprietario dei terreni o del contitolare del vigneto che lo autorizza a presentare l'istanza (ALLEGATO A).

Il periodo vendemmiale è stabilito dalla legge n. 238 del 12 dicembre 2016 “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino” che all’articolo 10, comma 1 dispone che “il periodo entro il quale è consentito raccogliere le uve ed effettuare la fermentazioni e le rifermentazioni dei prodotti vitivinicoli è fissato dal 1° agosto al 31 dicembre di ogni anno”.

Proteggere le acque superficiali e sotterranee dall'inquinamento da nitrati di origine agricola.
Con la deliberazione n.159 del 23 febbraio 2024 la Giunta regionale ha concluso la procedura di recepimento della direttiva comunitaria 91/676/CEE, più comunemente nota come Direttiva nitrati ha adottato l’aggiornamento del Programma di azione per le "zone Vulnerabili da nitrati di origine agricola" di Albenga, Ceriale e Taggia.

In Liguria le zone definite vulnerabili  a nitrati (ZVN) sono state individuate:

  • con dgr n.1256 del 5 novembre 2004: circa 1.300 ettari in provincia di Savona
    nella Piana d'Albenga, nei Comuni di Albenga, Ceriale e Cisano sul Neva rispettivamente per il 77,13%, il 22,81% e lo 0,06% della superficie dei singoli comuni
  • con dgr n.1047 del 15 novembre 2016circa 117 ettari in provincia di Imperia
    nel Comune di Taggia pari al 4% della superficie comunale 

L’aggiornamento del Programma di Azione, predisposto in stretta continuità con il precedente e tenendo conto delle specificità regionali, contiene:

  • un aggiornamento dell’analisi di contesto
  • per le aziende zootecniche, le norme relative alla gestione della fertilizzazione ed altre pratiche agronomiche circa:
    • le limitazioni e i divieti in merito all'utilizzazione di letame e liquami
    • i dettagli tecnici relativi a capacità di stoccaggio, accumulo e trattamento delle deiezioni
    • le modalità di utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici con particolare riferimento al Piano di Utilizzazione Agronomica (Pua) e relative procedure di comunicazione
  • per le aziende non zootecniche, le norme relative alla gestione della fertilizzazione e  altre pratiche agronomiche ,attraverso cinque schede/linee guida per le principali colture in atto nella zona dove sono specificate:
    • le buone pratiche agricole in merito alla gestione del suolo e substrato di coltivazione, regimazione delle acque superficiali, irrigazione e fertilizzazione
    • gli adeguamenti strutturali raccomandati, come la sostituzione di impianti di irrigazione a pioggia con impianti di micro-irrigazione localizzata
    • le limitazioni e i divieti, che in particolare riguardano le dosi annue di azoto da somministrare e la fertirrigazione per aspersione, in termini di numero di interventi annui consentiti e il periodo durante il quale sono vietati
  • le norme relative all’impiego dei digestati
  • i possibili controlli che potranno essere effettuati, con particolare attenzione al rispetto dei massimali di azoto e delle date di distribuzione dei prodotti fertilizzanti

Si evidenzia che la direttiva nitrati è uno dei  Criteri di Gestione Obbligatori (Cgo) previsti dalla condizionalità: è quindi obbligatorio nella zona definita vulnerabile, anche per quanto riguarda la condizionalità, seguire le disposizioni previste.

Il programma raccomanda inoltre di seguire le buone pratiche individuate anche in aree non vulnerabili e prevede per la Regione l’avvio di azioni formative e informative, necessarie a rendere edotti gli agricoltori e i tecnici sui contenuti del Programma e sulle innovazioni e soluzioni tecniche in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi e il potenziamento dei servizi informativi regionali finalizzati a ciò.

Questa sezione raccoglie tutti i progetti per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio promossi dall'Unione europea che vedono coinvolta la Regione Liguria come partner o capofila di progetto.

La condizionalità è una componente fondamentale della riforma della politica agricola comune (PAC) approvata dalla Comunità europea nel 2003.

Definizione
La condizionalità introduce il principio secondo il quale per poter accedere al sistema dei pagamenti comunitari gli agricoltori devono rispettare determinate norme che riguardano la corretta gestione agronomica dei terreni, la salvaguardia dell'ambiente, la salute pubblica, la salute degli animali e il loro benessere.
Il mancato rispetto di queste norme si traduce nella riduzione totale o parziale di taluni pagamenti dell'Unione Europea a favore degli agricoltori. Le riduzioni sono commisurate alla gravità, portata, durata, frequenza e intenzionalità dell'inadempienza.
Con il 2015 parte il nuovo regime di Condizionalità come definito dal regolamento CE n.1306/2013 per il periodo 2015-2020.
A livello nazionale la Condizionalità è disciplinata dal DM n.2490 del 25 gennaio 2017 che ha abrogato il DM 3536/2016. La Regione Liguria ha approvato con delibera n.309 del 14 aprile 2017 i criteri che compongono la Condizionalità e recepito il DM 2490/2017.

Obiettivi 
La condizionalità ha il duplice obiettivo di incrementare la sostenibilità ambientale delle attività agricole e di soddisfare le aspettative e gli interessi dei consumatori.

Soggetti interessati
La Condizionalità si applica a coloro che beneficiano di:

  • Pagamenti diretti (primo pilastro)
  • Pagamenti per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti (OCM Vino) e per la vendemmia verde
  • Pagamenti silvo-climatico-ambientali
  • Pagamenti per l’agricoltura biologica
  • Indennità Natura 2000 e Direttiva Quadro Acque
  • Indennità compensative per le aree montane o per le zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici

Applicazione
Gli obblighi da rispettare previsti dalla condizionalità comprende i Criteri di gestione obbligatori (CGO) e le norme per il mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e ambientali (BCAA):

  • i CGO sono rappresentati da 13 direttive e regolamenti comunitari , di cui la maggior parte già in vigore da molti anni
  • le BCAA sono 7 norme e rappresentano le condizioni agronomiche ambientali minime in cui dovrebbero essere tenuti i terreni agricoli . Le BCAA da rispettare sono di natura agronomica (erosione, regimazione delle acque superficiali, struttura e fertilità dei terreni) e ambientale (gestione del set aside, copertura minima del suolo, mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio) per evitare i rischi di deterioramento del suolo e degli habitat

Le CGO e BCAA sono classificate in tre settori:

  1. Ambiente, cambiamenti climatici e buone condizioni agronomiche del terreno
  2. Sanità pubblica, salute degli animali e delle piante
  3. Benessere degli animali

Questi tre settori sono a loro volta suddivisi in 9 temi:

  1. Acque
  2. Suolo e stock di carbonio
  3. Biodiversità
  4. Livello di mantenimento minimo dei paesaggi
  5. Sicurezza alimentare
  6. Identificazione e registrazione degli animali
  7. Malattie degli animali
  8. Prodotti fitosanitari
  9. Benessere degli animali

Inosservanza delle norme della condizionalità
In caso di inosservanza degli impegni e delle norme della condizionalità (CGO e BCAA), in conseguenza di azioni o omissioni direttamente imputabili al singolo agricoltore, i pagamenti dovuti all'agricoltore nell'anno civile in cui si è rilevata l'inosservanza vengono ridotti o annullati in funzione della gravità, portata e durata della violazione. In caso di reiterazione della violazione, il livello delle sanzioni applicabili viene moltiplicato per tre.

Condizionalità 2019
In conformità con quanto disposto dal DM n.497 del 17 gennaio 2019 e dai regolamenti comunitari, gli impegni relativi alla "Condizionalità" sono stati aggiornati e approvati con delibera n.393 del 17 maggio 2019.

Clicca per accedere alla pagina dedicata al "Registro di campagna"

Il florovivaismo è uno dei due settori portanti dell'economia del ponente ligure. I prodotti tradizionali, coltivati nelle Province di Imperia e Savona fin dal 1860, sono fiori recisi, fronde verdi e fiorite, aromatiche in vaso, piante fiorite, nonchè cactus e succulente. Negli ultimi anni ci si è allargati a elaborazioni del reciso come il secco e lo stabilizzato e a prodotti con finalità industriali, officinali e nutraceutiche.

Per riunire insieme e poter rappresentare al meglio tutte le categorie che rientrano nella filiera produttiva, dai coltivatori di fiori e fronde agli ibridatori, ai commercianti passando per gli enti di ricerca, è stato creato il Distretto Agricolo Florovivaistico della Liguria (legge regionale n.42/2001, aggiornata sensibilmente poi nel 2020).

Il Comitato di Distretto individua gli obiettivi prioritari di sviluppo e le azioni da mettere in campo per riassumerli in proprie linee guida. La Regione Liguria e gli enti territoriali supportano e promuovono, ciascuno per le proprie competenze, la realizzazione degli obiettivi e delle azioni suggerite. La Segreteria operativa del Distretto stimola il dibattito, il coordinamento e l’innovazione all’interno del settore, eventualmente cercando risorse per realizzare in proprio azioni dirette a beneficio del settore.

Gli obiettivi principali che il Distretto si è dato sono principalmente rivolti ad aumentarne la sostenibilità (economica, sociale e ambientale), la competitività (non solo in termini di prezzo, ma di qualità, servizio, affidabilità etc.) e l’integrazione (all’interno e all’esterno del settore). Qui trovate le linee guida complete.

Tra le principali attività realizzate dal Distretto a partire dalla sua istituzione ricordiamo inoltre:

  • Rappresentanza della filiera floricola ligure in differenti livelli istituzionali (regionali, ministeriali, camerali, internazionali), nei coordinamenti con le altre realtà territoriali del settore italiane e nei confronti della stampa nazionale, internazionale, tecnica e locale; 
  • Redazione del servizio di informazione tecnica “FlorNews Liguria”, diffuso dal sito www.flornewsliguria.it, sui canali social facebook, Linkedin e Youtube del Distretto e tramite newsletter.
  • La promozione del settore florovivaistico per conto di Regione Liguria, tra cui all’interno delle fiere specialistiche internazionali IFTF (Olanda), IPM Essen (Germania), Expo Milano, Fruit Logistica ed Euroflora; 
  • La fornitura di servizi di consulenza e gestione di manifestazioni per Enti Pubblici e realtà private;
  • La partecipazione a progetti PSR e Europei (FLORMED, SUMFLOWER; FLORE 3.0, INSULI, SMARTAROMA, etc.) mediante la realizzazione di azioni a beneficio della filiera;
  • Stesura di documenti tematici su argomenti di interesse della filiera – tra i temi affrontati: Logistica, Urbanistica, Ricerca, Cooperazione Sanremo - Hyeres; 

Il Distretto ha una propria segreteria operativa presso gli uffici regionali al Mercato dei Fiori di Sanremo (IM).

Composizione:
Presidente: Luca De Michelis
Vicepresidente: Barbara Ruffoni
Componenti Direttivo: Franco Barbagelata, Emanuele Bria e Lino Bloise
Membri Comitato: Alessandro Piana, Gian Guido Ghione, Gian Guido Restieri, Gianfranco Croese, Silvio Bregliano, Claudia Gazzano, Sergio Viglietti, Giovanni Minuto, Margherita Beruto.

Contatti:
Distretto Agricolo Florovivaistico del Ponente
Sede c/o Mercato dei Fiori Sanremo
via Quinto Mansuino 12 – 18038 Sanremo
e-mail: distrettosanremo@hotmail.it
web:  www.flornewsliguria.it / www.distrettofloricololiguria.it
Facebook: Distretto Florovivaistico del Ponente

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